Incontro con Tizza Covi (Firenze, 01/12/2006)
Il suo film ha una doppia "cittadinanza di produzione"...
Tizza Covi: Sì. La "Vento Film" è una piccola casa di produzione. Per la realizzazione del documentario abbiamo ricevuto fondi dal governo austriaco e dall'Alto Adige. E' stato un film poco costoso, girato in super 16.
Per quanto tempo avete girato e con quanto materiale avete montato?
Tizza Covi: Abbiamo raccolto materiale per un anno. Io e Rainer Frimmel siamo stati quasi sei mesi con la famiglia di Babooska, filmando due ore per mese cin super 16. Alla fine abbimo montato tutto il materiale a Vienna.
Come avete scelto questo tema e questo soggetto? Come mai un film sul circo?
Tizza Covi: Io e Rainer abbiamo fatto l'Accedemia di Fotografia insieme, sviluppando un progetto fotografico sul circo. Così abbiamo conosciuto Babooska, quando ancora aveva dodici anni e la piccola Azzurra non era ancora nata. Volevamo descrivere il mondo del circo senza "cliquè", da dietro le quinte. Ci piace il quotidiano nel nostro lavoro.
Quando avete pensato ad un film sul mondo del circo, avevate l'idea di fare un ritratto di babooska?
Tizza Covi: La nostra idea iniziale era quella di fare un ritratto di varie famiglie circensi. Qui a Scandicci (FI) avete prorpio una casa di riposo per gli anziani attori di circo. Purtroppo queste persone, per il lavoro che svolgono, se poste davanti ad una telecamera recitano come degli attori. Non volevamo questo. L'unica famiglia che si comportava naturalmente durante le riprese era quella di Babooska e l'abbiamo, così, scelta per il nostro film. Dovete sapere che queste persone vivono a contatto con varie forme di razzismo ed intolleranza e per loro è molto difficile vivere.
Ha usato qualche trucco per trovare confidenza con gli interpreti?
Tizza Covi: Azzurra è una bambina che non fa niente se non ne ha voglia. All'inizio, per questa difficoltà, non volevamo farla apparire nel film, poi, però, non abbiamo avuto problemi. Abbiamo viaggiato con la carovana di Babooska vivendo nelle loro stese condizioni. Eravamo solo io e Rainer, che faceva anche fotografia e suono oltre a riprendere.
Siete ancora in contatto con Babooska e la sua famiglia?
Tizza Covi: Sì, specie nel periodo estivo. Babooska oggi voleva venire qui a Firenze, perchè adesso si trova a Bologna, ma aveva uno spettacolo e visto i loro bassi guadagni ha preferito non essere presente.
Quindi, continuano a lavorare?
Tizza Covi: Sì, ma per loro è molto difficile. Oggi riescono a lavorare solo i grandi circhi, mentre i piccoli stanno scomparendo.La famiglia di Babooska non si è allargata in questi anni e non possono introdurre nuovi artisti nello spettacolo, perchè costano. Dovranno pensare a come fare a continuare.
Secondo lei Babooska è contenta della sua vita?
Tizza Covi: Babooska è molto ambivalente, anche se alla fine credo che le piaccia questa vita. Una volta ci ha confessato che il suo lavoro non le piace, ma che trova più brutto il lavoro di due rigisti che fanno un film su di lei! L'ha detto per scherzare.
La compagnia ha cambiato i propri spettacoli?
Tizza Covi: Nei piccoli circhi all'età di dodici anni si inizia ad imparare un numero ed a fare sempre quello. Nel film non abbiamo mai mostrato lo spettacolo ma solo in dietro le quinte. Inoltre, se ci fate caso, il cast del circo descritto non si allena mai, perchè lo spettacolo è solo una parte marginale della loro vita.
Avete dei nuovi progetti in lavorazione?
Tizza Covi: Stiamo facendo un film a Vienna. Scusate, ma non mi piace parlare dei progetti futuri.
Sempre in pellicola?
Tizza Covi: Sì, ci piace molto girare in pellicola. Questo film l'ho personalmente tagliato sulla macchina da taglio.
Come è andato il documentario in Austria ed in Italia?
Tizza Covi: Ai festival va molto bene. Il film è adesso in sala a Vienna, ma non ci viene quasi nessuno a vederlo. Abbiamo lo stesso problema del circo di Babooska con gli spettatori.
02/12/2006
Simone Pinchiorri