Note di regia del film "Last Minute Marocco"
Trovo che partire da un soggetto non mio, cosa che mi succede per la prima volta con Last Minute Marocco, abbia molteplici lati positivi. Innanzitutto si può valutare l’idea più lucidamente, proprio perché non è nostra; in secondo luogo, se si interviene da coautore, come è successo, nella successiva stesura di sceneggiatura, ecco che è possibile cercare un equilibrio tra i valori narrativi espressi nel soggetto e i temi che ci sono più vicini. Del soggetto di Carla Casalini mi era piaciuto l’intreccio, la divisione e sovrapposizione dei piani di racconto, il ritmo incalzante che suggeriva, le potenzialità tematiche che esprimeva. Tematiche peraltro ricche e molteplici: la più evidente era l’incontro di culture, cristiana e musulmana, di particolare attualità e importanza, anche se visto dal punto di vista di due storie private (Sergio e Tamù, Valerio e Jasmina) e narrato con tono leggero e piacevole.
Non secondario, poi, il tema del rapporto padre - figlio, che tocca l’importante scontro tra le due scuole di pensiero (genitore - genitore o genitore amico), al centro dei rapporti familiari.
Ma il tema più universale - e quello che risulta portante in Last minute Marocco - è la possibilità di dare una svolta alla propria vita in età adulta. Ne sono interessati soprattutto Sergio e Valeria, ma tutti i personaggi della vicenda finiranno il loro percorso con qualcosa che genera un punto di vista diverso sulle cose. D’altra parte il tema della possibilità di cambiare a patto di esporsi e perdere qualcosa per acquistare altro era già ben presente in tutti i miei lavori precedenti: in Emma sono io, ed a ben vedere anche nei corti, soprattutto in Quasi fratelli e Cassa veloce.
Sergio, il protagonista, è un personaggio appagato solo apparentemente nel lavoro e nella sfera sessuale, rischia di rinunciare ad amare e, se vogliamo vedere la seconda faccia della medaglia, rischia in generale di rinunciare a scommettere su sogni e progetti nuovi, senza farsi più domande.
Costruendo scene e dialoghi abbiamo cercato di equilibrare aspetto di riflessione e aspetto di intrattenimento, anche se il secondo chiaramente rimane centrale.
Il mio progetto di regia ha cercato di realizzare, pur avendo una buona parte delle location in un paese paesaggisticamente straordinario, inquadrature non oleografiche, immagini non esclusivamente descrittive. Ho cercato di concepire gli esterni non come puri fondali, sebbene bellissimi, ma come ambienti capaci di suggerire le emozioni e il senso di spiazzamento dei protagonisti.
Francesco Falaschi