"La Rabbia" di Louis Nero al cinema dal 29 Febbraio 2008
Dopo l'anteprima mondiale a Los Angeles, dal 29 Febbraio 2008 (data propiziatoria) esce nelle sale italiane “
La Rabbia”, l’ultimo atteso film di Louis Nero, distribuito dalla Società
L’Altrofilm.
Il tema molto particolare del progetto, che descrive bene la situazione cinematografica anche straniera, è stato la carta vincente che ha permesso il successo del film all’estero e la sua successiva vendita in molti paesi.
Caso straordinario nella storia del cinema indipendente italiano è la partecipazione di un cast eccezionale, tra cui il
Premio Oscar Faye Dunaway e il
Premio Oscar per le musiche de “
Il Postino” Luis Bacalov, il popolare attore Franco Nero ed altre star di caratura internazionale.
Tali adesioni ad un “piccolo” film indipendente manifestano che anche personaggi di alto calibro sentono come loro il malessere verso un sistema cinematografico che schiaccia il cinema come espressione artistica. "
La Rabbia", infatti, si connota come lavoro di denuncia nei confronti di un cinema che ha tutte le caratteristiche di un'industria, e non ha, spesso, più niente a che fare con la sua missione artistica iniziale, che era quella di muovere e di elevare l'animo umano, come cita uno dei personaggi de "
La Rabbia": "L'umanità esiste per creare opere d'arte".
Solo la rabbia guida le azioni del protagonista, la rabbia se ben incanalata, come tutti gli autentici sentimenti, diventa una forza, il motore interiore che alimenta la voglia di riscatto, e non permette la resa.
Il film tratta seriamente l'argomento senza per questo escludere l'ironia sull’universo del cinema, e sui suoi personaggi. Vuole essere omaggio alla sua magia, all’illusione che la proiezione crea, ma tuttavia affronta un problema reale, la difficoltà di portare a termine un processo creativo per la mancanza di budget. Esperienza che rispecchia appieno quella del regista Louis Nero senza tuttavia essere un lavoro autobiografico. Il tema de “
La Rabbia” nasce quindi da un percorso personale, dal desiderio di comunicare a più pubblico possibile, dalla voglia di raccontare l’ideale estetico, la lotta con i problemi economici, le relazioni personali.
La storia raccontata è quella di un giovane regista che tenta disperatamente di realizzare un film. La visione del mondo da parte del protagonista muta in relazione agli stati di paura e determinazione che si alternano nella realizzazione del suo personalissimo progetto. Assorbito totalmente dal suo sogno, anche quello che appare come l’unico legame sentimentale, il rapporto con la fidanzata convivente, diventa sempre più blando fino a spezzarsi del tutto.
Unico scopo del suo passaggio sulla terra è quello di lasciare un segno tangibile, attraverso la creazione di un racconto per immagini.
Agli incontri del regista con due amici sceneggiatori in un bar fumoso, o con il vecchio mentore sotto il dehor di un locale deserto, fa da sfondo un paesaggio onirico e, a tratti, spettrale che urla tutto il suo materialismo, la città. Si aggiunge la figura mitica del produttore, personaggio centrale per il raggiungimento dello scopo.
Sarà un’azione estrema suggerita da una frase di Bertolt Brecht, ovvero la rapina di una banca per autoprodursi, a dare una chiave universale a tutta la vicenda. Ora bisogna distribuire il film e il distributore non è figura poi dissimile da quella del produttore. Quindi il quesito finale è: conviene combattere per i propri ideali o seguire la lastricata via del denaro facile?
Lui la risposta la conosce.
20/12/2007, 07:00