I premi della 14. Edizione del "Sardinia International
Ethnographic Film Festival"
La Giuria Internazionale della 14. Edizione del
Sardinia International Ethnographic Film Festival,
Rassegna Internazionale di Cinema Etnografico, composta da Beate Engelbrecht (IWF, Gottinga) Nasko Kriznar (Università di Lubiana), Judith MacDougall (Centre for Cross- Cultural Research della Australian National University, Canberra), Antonio Marazzi, (Università di Padova), Rossella Ragazzi, (Università di Tromsø), ha attribuito i seguenti premi:
Premio "Grazia Deledda" Migliore Film
Losers and Winners di Michel Loeken e Ulrike Franke (Germania, 2006)
Motivazione: Per la complessa elaborazione e approfondita ricerca durata oltre un anno con la quale si è rappresentato un episodio del moderno processo di globalizzazione capace di rendere un conflitto controllato tra operai e industriali tedeschi e cinesi, evitando al tempo stesso una polarizzazione emozionale che avrebbe oscurato le logiche delle parti.
Premio Migliore Film di un Autore Sardo
G.I.O.C. Gioventù Operaia Italiana Cattolica di Marina Anedda (Italia, 2008)
Motivazione: Per l’attenta etnografia con la quale viene documentata la perdita di un’eredità culturale nel suo svolgersi, capace di comunicare un forte senso di empatia con la comunità di Stampace.
Premio Film Più Innovativo
Room 11, Ethiopia Hotel di Itsushi Kawase (Giappone, 2007)
Motivazione: Per l’esplorazione antropologica e l’intervento cinematico minimalista in grado di creare un’interfaccia fra lo spazio della camera e il mondo esterno di bambini di strada etiopi.
La Giuria composta dagli studenti del workshop di antropologia visuale promosso dall’ISRE che ha preceduto la rassegna, Maria Jesus Cueva Mendez, Monica Dovarch, Susan Ecca, Elena Moreddu, Antonio Maria Pusceddu, Domenico Sergi, Petar Veljacic hanno attribuito il seguenti premi:
Premio Migliore Film Prodotto e Ambientato in Paesi del Mediterraneo
Vjesh/Canto di Rossella Schillaci (Italia)
Motivazione: Attraverso una positiva combinazione di materiali audiovisivi, ed una attenzione particolare a specifiche soggettività femminili, il film problematizza in maniera articolata il carattere performativo e simbolico di certi fenomeni socioculturali inquadrando le pratiche canore tradizionali nelle dinamiche di mutamento locale ed extralocale.
Yoel, Israel and Pashkavils di Lina Chaplin (Israele)
Motivazione: Attraverso l’osservazione ravvicinata di due contesti familiari e di due figure diversamente posizionate nel medesimo spazio pubblico, il film fornisce un quadro articolato delle dinamiche conflittuali interne al mondo ebraico nel contesto israelo-palestinese.
22/09/2008, 18:55
Simone Pinchiorri