Marcello Mazzarella: "La giuria del premio Oscar credo abbia scelto
"Baaria" per il grande respiro del film e perché era l’unica opera
costruita per imporsi ad un livello di lettura internazionale"
In "Baaria" di Giuseppe Tornatore interpreta il ruolo del podestà fascista, un personaggio molto "macchiettistico". Ci può parlare di questo suo ruolo?
Marcello Mazzarella: Non definirei “macchiettistico” il ruolo da me interpretato in "
Baaria". Non è sicuramente nelle mie corde. Sono sempre stato un’attore che ha "aderito" al ruolo in maniera credibile e mai sopra le righe. Piuttosto direi che non siamo più abituati ad un approccio ironico delle situazioni drammatiche. In Italia si tende a "scimmiottare" il metodo dell’Actor Studio e si pensa che per interpretare una scena bisogna piangere o sgolarsi dalle grida, e attori che ancora sono legati alla figura del buffone di corte che deve fare ridere a tutti i costi. In questo caso direi che
Giuseppe Tornatore ha creato una situazione comica dove gli attori risultano veri e ironici. Il pubblico si sta disabituando a prendere le cose come un gioco e reputa macchiettistico ciò che invece è gioco, ironia. Bisogna ritornare bambini, spettatori capaci di gustare il vero senso delle cose. Il ruolo del gerarca fascista che interpreto in "
Baaria" scandisce il tempo, un’epoca. E’ come un orologio che con i suoi movimenti "scattosi" definisce un’epoca dove l’ordine era una priorità. Sono stato felice di interpretarlo perché in me c’è sempre stata una necessità di ordinare la mia esistenza e di definirne gli obbiettivi. Credo di aver servito con tutto me stesso l’idea che voleva trasmettere Giuseppe.
Come è stato tornare a lavorare con Tornatore dopo "Stanno Tutti Bene", suo film d'esordio nel 1985?
Marcello Mazzarella: Il ritorno a Tornatore dopo "
Stanno Tutti Bene", segna 10 anni di carriera nel cinema. Ho iniziato come comparsa prorpio con lui e ora sono stato chiamato ad interpretare un ruolo importante in un film candidato all’oscar. Direi che non è stata percorsa una cattiva strada!
In "
Stanno Tutti Bene" faccio una piccolissima parte con una mascherina in viso mentre passo accanto a Marcello Mastroianni… Ho sempre pensato a questo incontro con Mastroianni come ad una premonizione, e che Marcello sia in cielo e mi guardi con simpatia. Non per nulla si sfiorano i Maestri. L’energia si trasmette, si irradia e io credo di averne assorbita un po’ di quella di Mastroianni in quella occasione!
Il film è dalla sua uscita primo al box-office. Come giudica questo risultato? Cosa rappresenta per il movimentao cinematografico italiano?
Marcello Mazzarella: Il fatto che "
Baaria" tenga al box office è una cosa che mi fa piacere e che considero anche normale. Dietro c’è il più grande apparato distributivo Italiano. Se non fosse così mi preoccuperei. Il pubblico è stato molto incuriosito dalle polemiche sul film e nonostante i pareri discordi, ognuno non vuole perdersi un film di Tornatore. Non fosse che per fare almeno una critica personale. Io da siciliano penso che sia un film bellissimo con una senso sotterraneo. Il segreto di "
Baaria" sta nella memoria e nel tempo, nella forza di un vento che ha spazzato via un epoca magica e colma di senso. Credo che tutti dobbiamo essere contenti del risultato raggiuto e di essere rappresentati agli Oscar da un film come "
Baaria".
"Baaria" è stato candidato come pellicola italiana per gli Oscar 2009. Cosa, secondo lei ha colpito la giuria selezionatrice di questa opera? Come giudica questo risultato per Tornatore ed il cinema siciliano?
Marcello Mazzarella: La giuria selezionatrice credo abbia scelto "
Baaria" per il grande respiro del film e perché era l’unico film costruito per imporsi ad un livello di lettura internazionale. Ripeto, forse, in "
Baaria" quello che ha prevalso è che riesce a trasmettere il senso prospettico del tempo. Voglio dire che il film racconta meglio di qualunque altro, un’epoca e una storia tutta italiana, attraverso la visione filosofica del tempo e della memoria. Quindi uno spettatore non italiano che vede "
Baaria", forse può comprendere un po’ più della nostra nazione, dei suoi fermenti e della sua anima. Per ciò che riguarda la Sicilia sono felice che questa venga rappresentata come un luogo magico e sensuale attraverso una storia che non parla in maniera diretta della mafia. La mafia fa cassetta ma fa male alla Sicilia."
Baaria", invece, porta nel mondo un’immagine vera di una terra autentica. Speriamo che molti turisti vengano a visitare la nostra isola dopo questa opera, perchè significa denaro, lavoro, emancipazione e liberazione dalla schiavitu culturale della mafia. Se non c’è più bisogno di favori per ottenere quello che è un diritto ordinario, allora la gente non ha più bisogno di ricorrere alla raccomandazione, a quella cultura mafiosa del mutuo soccorso, ai favori degli amici degli amici. Il cinema e la sua industria può far progredire la cultura e portare tanto lavoro alla mia terra. Più di quella grossa “minchiata” del ponte di Messina.
17/10/2009, 12:39
Simone Pinchiorri