Alessandro Angelini: "Alza la Testa è la storia della
caduta di un uomo e della sua resurrezione"
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Alza la Testa è la storia della caduta di un uomo e della sua resurrezione. Inizialmente ho descritto il rapporto padre/figlio, dove la figura paterna è un uomo indurito dalla vita che fa anche da allenatore e da madre al proprio ragazzo. Questo però è solo lo spunto per raccontare la difficile storia di Mero fino al momento della sua redenzione". Con questo parole
Alessandro Angelini ha parlato del suo film "
Alza la Testa" durante la conferenza stampa, avvenuta in
Sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica durante la 4° edizione del
Festival Internazionale del Film di Roma. Il regista si è, poi, soffermato sulla "non linearità" del film: "
La mia opera come la vita non è lineare. Inizia come una commedia, poi sfocia nel drammatico e si conclude con un finale inatteso. Lo definirei un film di frontiera e per questo ho scelto anche un'ambientazione particolare come Fiumicino e Gorizia".
Il protagonista
Sergio Castellitto, inteprete dello splendido ruolo del padre
Mero, ha parlato del film come "
un opera semplice, leggera, perchè riesce a toccare le corde prima fisiche e poi intellettive dello spettatore".
Visibilmente emozionato il giovane attore
Gabriele Campanelli, all'esordio davanto alla cinepresa: "
E' stato il mio primo film, sicuramente una bella esperienza per un ragazzo curioso come me. Sergio Castellitto mi ha insegnato ad improvvisare sul set e questo ha reso la mia recitazione molto spontenea, proprio come mi aveva richiesto Angelini".
Anita Kravos si è soffermata sul suo ruolo, quello di Sonia, una transessuale che erediterà il cuore del piccolo Lorenzo dopo la sua morte: "
E' il più bel personaggio che ho intepretato. Già dalla lettura della sceneggiatura mi è subito piaciuto. Sonia ha già alzato la testa facendosi carico delle sue necessità e della sua identità. E' una combattente come Mero, ma dentro è tenera e molto femminile. Nel suo processo di transizione è bloccata dall'operazione del trapianto di cuore, cuore che gli aprirà le porte di una nuova vita dopo aver saldato tutti i suoi debiti con il destino. Mi piace definire il mio personaggio come una pianta caduta sul cemento". L'attrice ha, poi, dichiarato che per interpreatre questo ruolo è stata aiutata da due persone nel loro momento di transizione, carpendone la sensibilità ed la fisicità.
Per concludere
Giorgio Colangeli si è augurato di poter "passare il testimone" a Castellitto, che "
ha fatto un'interpretazione monumentale" come migliore attore della kermesse romana. Colangeli, infatti, aveva conquistato il premio come migliore interpretazione maschile nel 2006 alla 1° edizione del
Festival Internazionale del Film di Roma.
18/10/2009, 16:48
Simone Pinchiorri