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Note di sceneggiatura del film "Oggi Sposi"


Note di sceneggiatura del film
La prima parola che associo a questo film è “divertimento”. Con Brizzi e Martani (e poi con Lucini, gli attori, la produzione) volevamo fare uno di quei film che all’uscita lasciano lo sguardo allegro. Perché il Pil ha molti problemi ma anche il Pir (Prodotto Interno Risate) non è messo bene: mi pare ci siano in giro sempre meno risate, e aggiungerne qualcuna forse non fa male.
Il matrimonio, oggetto del titolo, è visto soprattutto nel suo aspetto rituale: il giorno in cui l’amore cessa di essere sentimento e diventa show, per suggellarsi davanti alla società. E’ un perfetto simbolo del nostro tempo: e infatti gli sposi del film sembrano spesso più interessati allo show del rito che al sentimento che dovrebbe suggellare.
Il film vuole anche ridere (per non piangerne, come a volte verrebbe) sulla volgarità che pare diffondersi come un’influenza nella società: volgarità nei modi e nei fini, nelle apparenze e nei valori. Una decadenza allegra e vitalistica, in cui si continua a ballare nel salone mentre la nave imbarca acqua. Spero si rida, come ho detto, ma spero anche che qualche volte sia un riso amaro.
A raccontare tutto questo è un incrocio di quattro matrimoni, quattro coppie che sintetizziamo in poche frasi chiave. Il faccendiere Panecci e la soubrette Sabrina sono due giovani vip storditi da un successo immeritato, abitano un luccicante vortice di nulla e vivono in funzione dei media. La loro parola chiave è “due cuori e una notizia”. Per loro amare vuol dire andare sui giornali. Il loro non è un matrimonio ma uno show con tanto di ospiti pagati.
Chiara e Salvatore invece sono due precari senza una lira ma devono fare un matrimonio in grande per accontentare la mamma di lui. Così tentano di infiltrarsi nel pranzo dei vip e sposarsi a scrocco. La loro parola chiave è “la difficoltà aguzza l’ingegno”. Per loro amare vuol dire risparmiare. Ma è curioso come anche loro debbano trasformare il matrimonio in uno show, sia pure solo a beneficio dei parenti.
Il terzo matrimonio è il più ricco di personaggi: a sposarsi sono un giovane poliziotto italiano e una ragazza indiana. La frase chiave è “l’Italia contadina contro l’Asia moderna” perché Nicola viene da una famiglia agricola del sud mentre Alopa è figlia dell’ambasciatore dell’India. Le rispettive famiglie iniziano a litigare: ancora una volta non sulla sostanza del matrimonio (l’amore tra i due) ma sulla forma del rito. Qua si tratta di fare uno show multietnico che accontenti due interi paesi, uno in Puglia e uno in India.
L’ultimo matrimonio è un triangolo: il 70enne Renato, ricco e allegro, vuole sposare Giada, 25 anni. Ma il figlio di Renato –serioso magistrato- cerca di impedirlo perché ritiene la ragazza una poco di buono, quale in effetti è. Viene fuori un capovolgimento delle età oggi molto diffuso: 70enni giovanotti contro giovani già anziani. La frase chiave può essere “tra moglie e marito, non mettere il figlio”. Oppure, dal punto di vista di lei, un amletico dubbio: “Meglio sposarsi per amore o per il 740?”
Le quattro storie si incrociano e si influenzano tra loro, in una girandola di finzioni, sospetti, liti, inganni. Il ritmo vorticoso degli eventi somiglia alla velocità del nostro tempo. I personaggi, beh quelli no, sono creature di fantasia che servono a far ridere. In Italia gente così cinica, volgare e superficiale mica esiste. O no?

Fabio Bonifacci


Noi e Cattleya ci conosciamo e lavoriamo insieme da tempo. Un rapporto che definiremmo di “affinità elettiva”. Durante una riunione di chiacchiere abbiamo lanciato l’idea del titolo: OGGI SPOSI. E del concept: 4 storie di coppie nei terribili giorni di fuoco che
precedono le nozze dove conflitti, ostacoli e stress vengono amplificati a dismisura. Semplice eppure universale!
Abbiamo visto illuminarsi gli occhi di Francesca Longardi, Riccardo Tozzi e Marco Chimenz. Hanno detto subito due parole: lo facciamo! Restavano due scelte sostanziali: la scelta di uno sceneggiatore che sviluppasse con noi il soggetto e la sceneggiatura e di un regista.
Per il primo ruolo la scelta è caduta subito su Fabio Bonifacci, sentimento, ritmo e risate garantite, mentre per la regia abbiamo pensato a Luca Lucini, una garanzia di qualità visiva e direzione degli attori. Siamo stati contenti della scelta: Luca è una rarità nel panorama dei
registi italiani perché riesce ad entrare anche in progetti sceneggiati da altri, con uno stile "all’americana". Fossero tutti così! Ha rispettato il copione e ci ha messo del suo per renderlo, vedrete, un film di irresistibile comicità.

Fausto Brizzi e Marco Martani

20/10/2009, 18:58