Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "La Guerra di Mario"


Note di regia del documentario
Era il 2006, stavo girando il documentario sui ragazzi di Locri. Durante le riunioni tra i ragazzi mi accorgevo che spesso era presente un uomo, un 60enne, in mezzo a una decina di 16enni.
Lo conoscevo di vista, sapevo della storia di Gianluca: quando è stato ucciso in paese siamo rimasti tutti di merda; era proprio sotto gli occhi di tutti, era conosciutissimo, un’esempio di positività per tutti, coi suoi centri Tim sponsorizzava chiunque, mai chiacchierato sotto il punto di vista mafioso: in paese si sà benissimo chi lo è e chi non lo è...
Questo 60enne in mezzo ai ragazzi mi faceva pensare, mi faceva un certo effetto.
Abbiamo iniziato a frequentarci, insieme agli altri ragazzi. Uscivamo la sera, in paese. Ho iniziato a conoscerlo , dal “voi” sono passato al “tu”, scopro che era compagno di scuola di mio padre...
Inizio a seguirlo nei suoi interventi pubblici..noto la rabbia che c’è nelle sue parole durante le conferenze antimafia. I suoi discorsi sono diversi, non sono standard, sono fastidiosi, diversi.
Inizio a riprendere tutti i suoi interventi.
Ormai io e Mario ci vediamo ogni giorno, lo accompagno ovunque, anche perchè lui non guida da anni.
Divcentiamo amici, compagni di lotta, ...ma nello stesso tempo io sono un aspirante cinematografaro, cosi scelgo di contribuire alle sue lotte attraverso il mio mezzo, è cioè documentare la sua guerra, le sue battaglie che diventano tante, troppe...
Nel gennaio 2007 mi sveglio e sento alla tv dell’arresto dei presunti killer di Gianluca. Esulto. Non ho nessuna voglia di prendere la MDP oggi. Corro dai Congiusta, abbrraccio tutti respiro un’aria strana, diversa,..quasi di serenità, di sollievo.
Da lì in poi il clima si distende, ma Mario non smette di fare battaglie. Allora capisco...la vita di Mario ormai non ha piu’ un significato preciso...e il mio documentario piglia un’altra piega: non è piu’ un doc. sulle sue battaglie, ma sulla sua seconda vita.
In molti in paese mi consigliano di lasciar perdere, di non immischiarmi in quella faccenda, anche i miei genitori. Quando una persona viene colpita non perde solo una vita, ma perde anche tutto ciò che lo circonda, continua a ripetere Mario. Mi domandano se sto facendo un doc. sulla morte di Gianluca...io sono tentato di rispondergli che invece è sulla vita di Mario...
La sua solitudine è tanta ormai, i suoi unici amici siamo io, Ciccio e sasà..dei 20enni.
Ormai Mario diventa un personaggio pubblico, famoso in tutta Italia per le battaglie che ha fatto e che continua a fare. Iniziano ad arrivare tv da ogni parte del mondo: Germania, Messico, ecc...Tutti gli chiedono le stesse cose...e io continuo a seguirlo: ormai lui ha dimenticato la presenza della MDP, e anch’io quasi, non faccio piu’ caso al tipo di inquadratura, all’angolazione, all’audio (ma ne pagherò le conseguenze..)..sono troppo coinvolto...ormai è diventata una compagna di lotta pure lei.
Tutto questo mi fa capire una cosa: che non riesco a fare documentari su cose a me estraneee, cioè devo entrarci e far parte delle cose che racconto, essere uno di loro, e non un semplice osservatore...

Vincenzo Caricari