Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del documentario "Linea Rossa.
Insieme per un Progetto di Cambiamento"


Note di regia del documentario
Il nostro obiettivo con questo progetto è quello di disegnare la mappa di un'avventura umana davvero esemplare, oltreché di quella stessa avventura offrire una valida testimonianza. Lica Covo fu moglie e compagna di un uomo, Albe Steiner, ben conosciuto per il ruolo di pioniere che rivestì nel campo delle arti grafiche e nel Partito Comunista Italiano. Il padre di Lica, Mario Covo,
ebreo ateo di origini bulgare e di nazionalità spagnola successivamente emigrato in Canada, non trasmise mai a Lica i precetti e la componente religiosa della formazione culturale ebraica, crescendo piuttosto la figlia in un'atmosfera di tipo laico. La madre, Maddalena Stramba, era cattolica di Intra.
Il padre di Albe, Emerico Steiner, era praghese ma con cittadinanza Italiana (scrisse il libro "Perché sono Italiano" pubblicato negli anni 30). La Madre, Titta Fosca, era sorella di Titta Veglia, moglie di Giacomo Matteotti assassinato dai fascisti nel 1936. Fu in quel clima familiare cosmopolita che gli Steiner si formarono.
Come registi ci interessa mettere a fuoco proprio quella commistione culturale che contribuì a formare le coscienze di Albe e Lica Steiner e che li portò a scegliere di combattere il nazi-fascismo nella Val D'Ossola e a stabilirsi per alcuni anni in Messico, nell'immediato dopoguerra, per aiutare la società messicana a scolarizzarsi.
Ci preme ricostruire la vita di Lica non come la moglie di qualcuno, l'ombra di qualcuno, ma piuttosto riferire la sua esperienza di donna, madre, e compagna, come un fatto indipendente. Non si potrà tuttavia rinunciare a raccontare a fondo anche di Albe, figura più conosciuta.
Indagheremo su cosa penserebbe oggi Steiner dell'Europa odierna e dell'attuale panorama politico-culturale, volgendo la stessa domanda a sua moglie Lica che, all'epoca delle contestazioni degli anni ‘60 e ‘70, si ritrovò ad avere un ruolo di arbitro nelle dispute tra il marito, le figlie e gli amici critici
dell'URSS, del P.C.I., e degli schieramenti postbellici che si andavano delineando.
L'intenzione infine non è quella di produrre semplicemente una biografia, ma piuttosto arricchire il progetto di un valore aggiunto, rendendolo il più possibile prossimo ad un prodotto d'arte piuttosto che ad un documentario sull'arte. La storia di Lica sarà il tema, la melodia tonale, che ci guiderà nell'esplorazione dell'epoca, i racconti degli altri faranno da contrappunto, spezzeranno il ritmo
all'interno di una sinfonia di immagini e suoni che correrà orizzontalmente per quel che riguarda Lica e per linee parallele e verticali per quel che riguarda le altre vicende, che interverranno di tanto in tanto a confermare e/o ad aggiungere sfumature al racconto principale.
Infine: perché proprio Albe Steiner? Albe Steiner rappresenta il moderno, il suo contributo è stato fondamentale all’interno del processo che ha visto Milano diventare la capitale della comunicazione, il punto di riferimento europeo per la grafica e il design. Si può affermare che Albe Steiner abbia rivoluzionato il mestiere di Grafico, ponendo più in generale il problema della responsabilità di chi progetta comunicazione. Steiner vedeva nella tecnica un mezzo per trasmettere cultura e non uno strumento fine a se stesso. Tutta la sua attività è stata imperniata sopra un’attenta e costante pratica del suo lavoro professionale, ma d’un lavoro sempre volto a un fine artistico e insieme educativo, politico, morale. In una società che vive di comunicazione visiva, è riuscito ad allargare la consapevolezza che progettare comunicazione sia una delle responsabilità più significative e più importanti. Non è un caso che si sia sempre impegnato nel far nascere scuole e centri di formazione, come per esempio l’ITSOS di Milano, che porta il suo nome. Albe Steiner ha sempre considerato fondamentale l’insegnamento, il trasmettere ai giovani il patrimonio di valori e conoscenze, ed è proprio questa sua spinta verso il futuro, questo suo guardare sempre in avanti, l’aspetto forse più affascinante di questa grande figura del secolo scorso.

Enzo Coluccio e Franco Bocca Gelsi