"Indesiderabili": l'atroce prigionia delle
donne "militanti" alla fine degli anni 30
Sono due gli aspetti assoluti che "
Indesiderabili" riesce a mostrare: il germe della follia che in un determinato periodo colpisce l'intera umanità, il primo; solo nella disgrazia l'unità dell'Europa riesce a svilupparsi, il secondo.
Alla fine degli anni 30 in Francia le cosiddette "
indesiderabili" vennero rinchiuse in un campo di concentramento dal governo parigino; erano comuniste, tedesche, prostitute, italiane, spagnole tutte coloro che avevano in un modo o nell'altro avuto a che fare con la legge, senza aver commesso reati gravi, ma secondo il Governo "responsabili della crisi economica, sociale e politica attraversata dalla Francia". Queste donne, provenienti da tutta Europa, vennero concentrate nel campo di Rieucross dove vissero anche con i loro figli, suddivise in baracche fino all'arrivo della wermacht. Dunque il germe del "campo di concentramento", portato forse dal vento, colpì un po' dappertutto; in Germania, in URSS i casi più famigerati e sanguinosi, ma anche negli USA (dove i campi erano per i giapponesi), in Giappone (per gli americani), in Cina e come detto in Francia. In Italia c'era il confino (come siamo umani...). Come una follia, in alcuni casi estrema, che spingeva a voler controllare o annientare il diverso o il possibile pericolo. Un fenomeno che andrebbe analizzato su scala globale, oltre i terribili costi in vite umane.
L'altro aspetto che emrge dal documentario è il sentimento di identità europea. Scarsissimo quando si trattano argomenti elevati; l'arte, la cultura, la lingua, ognuno si tiene la propria e la difende con le unghie e i denti dalle intrusioni degli "stranieri". Ma quando scatta la disgrazia, anche gli europei riescono a essere una persona sola, a realizzare una maglia a dieci mani (come nel documentario) tutte diverse, tutte brave in un settore e tese a fare un bel prodotto. La stessa sensazione che ebbi qualche anno fa, seguendo un convegno europeo sugli incidenti sul lavoro. Nella disgrazie finlandesi e greci, italiani e inglesi, spagnoli e olandesi si confrontavano, trovando affinità, nel raccontare i propri incidenti e le proprie negative cause comuni.
Il documentario di
Chiara Cremaschi è un bel racconto di un episodio triste della storia, non solo francese. Alle interviste di alcune protagoniste che vissero nel campo (
Baldina di Vittorio,
Giulietta Fibbi,
Pauline Talens-Perì), si alterna la voce di
Teresa Noce, per raccontare sensazioni e storie del periodo vissuto insieme nel campo. Alle poche immagini d'epoca si alternano significative fotografie che fermano il tempo e il racconto. L'azione visiva è garantita dalle intelligenti e un po' infantili animazioni dei disegni realizzati nel campo. Poi qualche indovinata e accurata ricostruzione filmata con pellicola super8. Unica leggerezza, alcune immagini d'epoca non inerenti al racconto, e in un documentario la precisione dei "documenti" non va sottovalutata.
Indesiderabili risulta un bel bel lavoro storico, la fotografia di un breve segmento di storia degno di essere ricordato.
05/02/2010, 12:45
Stefano Amadio