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"La Vita è una Cosa Meravigliosa": gli italiani dei fratelli Vanzina


Il nuovo film di Carlo Vanzina possiede pregi e difetti, di novità e inattendibilità, a partire dalla struttura e scrittura narrativa; è comunque una commedia impreziosita dalle interpretazioni degli attori.


La Vita è una Cosa Meravigliosa” è (se la ricerca e quindi la conta non ci ha ingannato) il quarantanovesimo lungometraggio di Carlo Vanzina per il cinema; l’esordio è avvenuto con “Luna di Miele” nel 1976. Considerate anche le otto serie televisive (le ultime delle quali sono proliferate negli ultimi anni), il regista romano è senza ombra di dubbio tra i cineasti italiani più prolifici. I fratelli Vanzina si sono distinti già degli anni ottanta per il loro sguardo ironico e divertito, magari grossolano ma quasi mai volgare, come i più puntuali descrittori dell’attuale società italiana d’elite, quella in particolare basata sul gossip e sui pettegolezzi dell’ultima ora.

Il loro ultimo lavoro, in uscita venerdì con circa 400 copie, non fa eccezione alla regola appena descritta, ed in più riesce a discostarsi dalla consueta e caratteristica visione del mondo evidenziata nei precedenti lungometraggi. C’è infatti una voglia di narrazione diversa in “La Vita è una Cosa Meravigliosa”, che punta in direzione non solo di una certa forma di romanticismo decisamente anomala nel cinema dei fratelli Vanzina ma anche verso un percorso di maturazione dei personaggi che avviene nel corso della narrazione. Per quanto non si tratti certo di un film d’autore ma di una commedia che non punta troppo in alto, i personaggi al centro della vicenda si trovano a cambiare il loro modo di vita ed a scoprirsi diversi; certo è solo un lato non particolarmente evidente del racconto ma che comunque salta all’attenzione in quanto novità nella struttura del copione medio che i Vanzina sono soliti portare sul grande schermo. Per il resto il film è una commedia non volgare puntata sull’attualità per le loro citazione direttamente televisive, nella quale le caratterizzazioni dei personaggi sono un po’ più approfondite del solito. Gli attori sono bravi e simpatici e gigioneggiano a dovere secondo le indicazioni registiche, certo soprattutto Gigi Proietti ma anche Enrico Brignano; davvero godibile anche l’amichevole cameo del divertito, e divertente, Maurizio Mattioli. Calibrato e puntuale Vincenzo Salemme, per la seconda volta marito di Nancy Brilly dopo “Ex”, in attesa di esserlo per la terza volta nel nuovo film di Paolo Costella interpretato da Massimo Boldi, le cui riprese terminano questa settimana. Certo la sceneggiatura di “La Vita è una Cosa Meravigliosa” è calcolata e prevedibile nonché poco attendibile specie sul finale; questo dato di fatto è però giustificato dall’intenzione della mira del “sogno” appunto dichiarata già nel titolo. Qua e là comunque si ride di gusto, complice certo il mestiere ma anche la sintonia di regista, sceneggiatori e attori.

Il nostro ultimo lavoro è stato scritto al di fuori di una commissione”, ha tenuto a precisare il regista durante la conferenza stampa. “Ci piaceva infatti fare un film sull’oggi attraverso questo maniera curiosa che ci è stata ispirata dalla visione del film Le vite degli altri. Abbiamo pensato infatti che il meccanismo delle intercettazioni telefoniche poteva essere un tramite molto interessante per raccontare la società italiana nell’oggi che viviamo. Penso che La vita è una cosa meravigliosa sia uno dei miei film migliori”.

Con il film”, ha continuato Enrico Vanzina, “abbiamo voluto raccontare degli italiani in quanto individui certo portatori di difetti ma magari proprio per questo simpatici e nei quali è facilmente possibile rivedersi, un po’ come si è fatto per anni nella commedia all’italiana con i film dei maestri che sono stati perlopiù interpretati da Sordi o Gassman. Il meccanismo delle intercettazioni ci è servito per narrare anche di come il modus vivendi della società arriva a sporcare un po’ le vite di chiunque aldilà delle intenzioni; nel film accade infatti che un ragazzo onesto si trova a fare una truffa sentimentale ad una ragazza, ed una cosa in un qualche modo simile e non tipica di una persona completamente perbene succede al medico interpretato da Gigi Proietti”.

30/03/2010, 19:24

Giovanni Galletta