Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del documentario "Hilos, Fili"


Note di regia del documentario
Tempo fa due amici mi raccontarono di essere stati ospiti, durante un viaggio in Perù, di un centro che accoglie giovani lavoratrici domestiche nella città di Cusco. Queste ragazze provengono in gran parte dai villaggi andini e spesso anche molto piccole lasciano la loro famiglia per andare a lavorare in città, illudendosi di poter ricevere, così come promesso dalle famiglie che le ospitano, un’istruzione scolastica. Nella maggior parte dei casi in realtà le bambine vengono segregate in casa, maltrattate, non pagate, obbligate a fare lavori molto pesanti. E non di rado sono vittime di abusi.
Mi sembrò subito che potesse essere un tema per un documentario, così nell’aprile del 2008 decisi di andare a conoscere questa realtà, trascorrendo un periodo a Cusco. Qui alcune di queste bambine diventate ormai adulte, mi hanno raccontato le loro storie.
Tra queste storie ne ho scelte cinque, che mi sembrava avessero una notevole carica emotiva e una particolare valenza simbolica. Inoltre, nel tempo trascorso con loro, ho potuto assistere ad un piccolo laboratorio di fotografia, che si è concluso con una mostra, dove le ragazze hanno esposto le loro foto. Molte di queste foto erano state appese al soffitto con fili di nylon. E questo mi ha suggerito l’idea che le vite di queste bambine e ragazze fossero come le loro fotografie: ondeggianti ad ogni minimo soffio di vento, appese a invisibili fili di memoria.
Ma, ascoltando le loro parole, ho capito che quegli stessi fili possono anche servire per tessere nuove trame di vita, o, se uniti insieme, robuste corde a cui aggrapparsi per ritrovare il coraggio di credere in un futuro senza violenza e senza miseria. Un futuro di riscatto personale e di impegno a favore dei più deboli.

Stefano Cavallotto