"Schiaffo alla Mafia": la storia della Cooperativa Pio La Torre
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Non mi interessava fare un reportage sulle terre confiscate alla mafia, ma ho cercato di raccontare le diverse storie di un gruppo di giovani che ha intrapreso una strada lunga e tortuosa ma allo stesso tempo gratificante". Così
Stefania Casini ha presentato “
Schiaffo alla Mafia”, suo documentario proiettato in concorso alla IV edizione del “
Roma Fiction Fest”. In quasi due anni di riprese, la regista ha vissuto affianco ai soci della
Cooperativa “Pio La Torre”, che dopo aver ricevuto in consegna svariati ettari di terreni che le forze dell'ordine hanno strappato dalle mani della criminalità organizzata, si sono trovati a vivere diversi problemi di organizzazione e gestione. Tanta la voglia di raggiungere l'obiettivo, di ottenere da terre brulle e abbandonate nuovi raccolti di olive e grano, al pari dei sacrifici, investendo la propria busta paga nell'acquisto di mezzi e materiali. "
Gli sforzi che portano avanti, non vengono degnamente riconosciuti dalle istituzioni che, tranne manifestazioni istituzionali, tendono a non farsi vedere". E allora sembra paradossale che gli unici contributi arrivino dall'Emilia Romagna, dall'amministrazione comunale della città di Correggio, tanto lontana fisicamente quanto vicina nello spirito e nelle buone intenzioni, a dimostrazione che ancora oggi, nonostante i timori che la mafia continua a diffondere nella gente, cooperatività riesce ancora a far rima con solidarietà.
08/07/2010, 08:37
Antonio Capellupo