La presentazione del film di
Valentina D'Amico La Svolta. Donne contro l’Ilva nell’ambito della programmazione del
Nuovo Cinema Aquila di Roma è la prima occasione concreta per confermare la collaborazione con cui le
Giornate degli Autori sostengono in sala la circolazione dei film documentari inseriti nel programma della scorsa edizione veneziana.
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La svolta, oltre che per la forza del messaggio e il coraggio della denuncia, è uno splendido esempio di cinema d’impegno e di qualità che abbiamo portato a Venezia con la collaborazione della Apulia Film Commission" – dichiara il delegato delle Giornate,
Giorgio Gosetti – "
e siamo particolarmente felici che ora dia l’avvio a un programma qualificato nell’ambito della programmazione del Cinema Aquila".
Il sostegno delle
Giornate degli Autori proseguirà anche con gli altri titoli scelti da qui a giugno e la collaborazione con il
Cinema L’Aquila proseguirà anche nella prossima stagione grazie al rinnovato impegno delle Giornate a cercare di offrire una giusta platea al cinema italiano della realtà, oggi specialmente amato dagli spettatori e testimonianza di un impegno civile ed estetico di cui la nostra cinematografia ha particolarmente bisogno.
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L’indignazione. Ecco cosa mi ha spinto ad occuparmi di Taranto, dell’Ilva" – sostiene la regista
Valentina D’Amico -. Da qualunque direzione ci si avvicini, ci si imbatte in una città violentata. Imponenti strutture industriali sbuffano fumi di tutti i colori che soffocano quartieri, bruciano palazzi, raschiano polmoni. Perché per anni l’Ilva è stata, ed è tutt’ora, Taranto. Grazie all’Ilva un terzo della popolazione adulta ha trovato lavoro e la metà delle famiglie ha potuto così campare anche nei periodi di crisi più nera. Ma l’Ilva è anche il condensato del cinismo imprenditoriale, della negatività di un sistema che antepone i profitti alla stessa vita umana. L’Ilva vanta il primato delle morti sul lavoro in Italia (43 dal 1995 ad oggi) e il primato italiano di inquinamento da diossina (il 92% del totale, l’8% in Europa). Ecco, per questo, vorrei dare
il mio contributo per diffondere il più possibile una storia di soprusi e di angherie, perché anche a Taranto, al sud sia fatta giustizia".