PREMIO MARIO GALLO Un grande evento in ricordo di De Seta
Non sarà una semplice commemorazione, ma un evento di grande qualità all'insegna del cinema documentario.
Tanti i momenti di incontro promossi dalla Cineteca della Calabria per la V edizione del "
Premio Mario Gallo", ma quello di giovedì 15 dicembre presso il cinema "Citrigno" di Cosenza, dal titolo
L’eredità di Vittorio/la scuola Italiana, si preannuncia davvero speciale.
A ricordare
Vittorio De Seta, recentemente scomparso, sarà una folta rappresentanza del mondo del documentario italiano, "discepoli" di un Maestro capace di dar vita ad una vera e propria “ scuola”, che ha formato nel tempo le nuove generazioni di autori.
All'incontro saranno presenti
Agostino Ferrente, balzato agli onori della cronaca con "
L’orchestra di Piazza Vittorio", un film-documentario indipendente capace di essere distribuito nelle sale,
Gianfranco Pannone, regista e docente universitario,
Paolo Pisanelli, documentarista e direttore artistico di importanti festival.
Attraverso le loro parole saranno rappresentate importanti realtà nazionali, come
Doc.it, associazione nazionale dei documentaristi italiani, "
Il cinema del Reale", festival del Salento di grande successo, e la stessa
Cineteca della Calabria, depositaria dell’opera omnia di
De Seta, che per prima in Italia ha condotto il recupero dei documentari girati tra il 1954 e il 1959, che saranno proiettati nel corso della serata.
Piccoli gioielli che rappresentano una pietra miliare del genere documentaristico, fino ad allora caratterizzato dalla voce fuori campo che troppo spesso finiva per appesantirne la visione. Con il suo lavoro sul territorio fu un innovatore del genere, paragonato a Flaherty e Grierson.
Martin Scorsese, che gli tributo’ un grande riconoscimento a Bologna e a New York, parlando dei suoi documentari rimandava alla cultura greca: "
Erano i figli di Sisifo, che aveva imprigionato Thanatos per evitare il decesso dei mortali, i figli di Prometeo, che aveva rubato il fuoco agli dei per donarlo ai mortali, e per questo erano stati puniti per l’eternità. Gente che cercava la redenzione attraverso il lavoro manuale: nelle viscere della terra (Surfarara), in mare aperto (Contadini del mare), sulle colline (Parabola d’oro) – tirando le reti, tagliando il grano, estraendo lo zolfo. Gente che sembrava pregare attraverso la fatica delle mani. Di cosa era composta questa alchimia? Era il cinema nella sua essenza."
Tra i temi centrali della sua cinematografica c'è sempre stato il "Mondo Perduto", la civiltà preindustriale, vera spina dorsale del nostro Paese, di cui oggi si stanno perdendo le tracce, che De Seta volle sottolineare anche attraverso la partecipazione come attore nel film di fiction "
Melissa 49/99" di
Eugenio Attanasio e
Giovanni Scarfò.
Una conversazione per discutere del futuro del documentario nel segno dell'eredità del maestro.
13/12/2011, 10:14
Antonio Capellupo