FEDERICO FELLINI e il suo viaggio in Messico in un doc.
Se non fosse stato per uno sciopero alla Scuola nazionale di Cinematografia forse Federico Fellini non avrebbe mai conosciuto lo scrittore Carlos Castaneda e non sarebbe mai andato in Messico.
E invece? “Invece quell’anno, il 1979, ero una giovane studentessa – racconta la regista messicana
Tihaoga Ruge, ex direttrice del Programma di Cultura Ambientale del Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti dal 1988 al 1992 e aggregata culturale nell’ambasciata messicana a Nuova Delhi dal 1984 al 1988 – e arrivando vidi che non c’erano lezioni. Attraversai la strada, proprio lì c’era Cinecittà. E fuori un cartello che diceva ‘Il maestro Fellini cerca giovani aiutanti’. Non potevo crederci ma il giorno dopo ero al suo fianco a lavorare mentre girava "
La citta’ delle donne". E quando scoprì che ero messicana fu magico perché da quel momento volle parlare con me di Castaneda e del famoso libro "
Las enseñanzas de don Juan" . Film che rimase nella mente di Fellini fino alla morte e che non si fece mai.
“Purtroppo andò così, lui mi disse qualche tempo prima di morire preparati perché adesso lo facciamo, invece se ne andò e con il mio "
Suenando con Tulum, omaggio a Federico Fellini" ho voluto ricordare il viaggio di Federico nella mia terra”.
Un viaggio che inizia proprio sul set della città delle donne. Un giorno Fellini doveva girare una scena sulla spiagga, Tihaoga gli disse “Maestro questa scena bisogna farla a Tulum!”, da quel momento il regista cominciò a pensare a questa terra mitica e fortuna volle che la Ruge conoscesse
Castaneda. Così li mise in contatto e insieme a loro parti’ per il lungo viaggio che Fellini fece nel 1985 in Messico. Partirono in auto da Los Angeles e arrivarono fino a Real de Catorce dove Castaneda, un tipo misterioso e poco espansivo, li abbandonò, tornando indietro. Il Maestro invece volle continuare e arrivò a
Tulum, passando puebli magici, assaggiando peyote, purificandosi tra rovine, sciamanerie e sogni che riportarono in Italia un uomo decisamente toccato da questa esperienza. Fellini non volle foto, né video di questo viaggio, per questo molto poco si trova negli archivi.
“Fellini era un uomo che scriveva i suoi sogni, junghiano e molto disciplinato in questo. Non quando doveva girare, ché preparava il set per 4 scene e nessuno sapeva mai cosa doveva girare né cosa dire, non aveva copione. Ma di quel viaggio posso dire che Fellini arrivò vestito in un certo modo e piano piano cambiò anche quelli, liberandosi di sovrastrutture e andando davvero al centro dell’essenza o per lui del sogno”.
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Suenando con Tulum, omaggio a Federico Fellini" che la Ruge ha presentato al
27° Film Festival di Guadalajara è come dice lei stessa un omaggio in due parti, che le è costato anni di lavoro, ma che alla fine si è concretizzato, seppur senza l’appoggio di una società italiana a lungo cercato (finanziamenti negati nonostante l’interesse di Bartoccini).
“Il film è una sorta di onirico trapasso di una giornalista moderna che cerca le tracce di questo viaggio di Fellini e mentre lo insegue impara le sue stesse cose, ad abbandonare l’ambizione, l’eccesso di autoreferenzialità, la paura e la vecchiaia. Che sono poi gli insegnamenti di Don Juan. Soprattutto è il mio omaggio al Maestro, un film che pur avendo molti difetti, era dentro di me da 12 anni. Oltre a tutto ci sono 12 anni di corrispondenza tra me e Fellini per cercare di fare quel film, che come sapete non si fece mai. Magari un giorno pubblicherò questa corrispondenza. Per ora sono contenta di aver fatto questo film grazie all’aiuto di
Renzo Rossellini e lo stesso Bartoccini che mi ha restituito i diritti. La seconda parte sarà invece più fumettistica, basandosi sui disegni di
Milo Manara fece sui racconti del Maestro. Spero di portarlo qui in Messico e chiudere il cerchio”.
10/03/2012, 10:00
Elena Dal Forno