Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "Mignon"


Note di regia del documentario
Quando, appena giunto a Ferrara nel 2009, mi imbattei nel singolare edificio in Via San Pietro, l’idea di un documentario mi sembrò più che una possibilità, un dovere sacrosanto. Il Mignon è un cinema a luci rosse, l’unico rimasto in attività a Ferrara, collocato in un’antichissima chiesa sconsacrata, il cui progetto originale risale addirittura al X secolo, periodo in cui si costituì il primo nucleo bizantino della città (il castrum).
Dopo essermi sistemato nella mia nuova città ed essermi iscritto all’università, mi sono presentato un pomeriggio alla cassa e ho proposto la mia idea. Essendo originario di Napoli, avevo un’idea di cinema porno totalmente diversa, non certamente quello che ho imparato a conoscere frequentando il Mignon.
Quello che davvero tengo a sottolineare è la grande disponibilità che ho ricevuto dal gentilissimo cassiere e dagli altri impiegati del cinema, ovvero i due proiezionisti che si alternano e l’addetto alle pulizie mattutine.
Dopo aver avuto la disponibilità del cassiere, ho frequentato il cinema per cinque mesi, da maggio a settembre 2010, per rendermi conto davvero di cosa significasse questo lavoro, di vivere la cabina di proiezione con le sue macchine anteguerra ed avere la possibilità di conoscerne i frequentatori abituali.
Essendo un grande appassionato di cinema di genere, ho sempre avuto un debole per il mondo del porno, con il suo misto di trasgressione e malinconica decadenza, e ho capito che, raccontando la storia di questo cinema, ero entrato a contatto con un mondo in procinto di sparire.
Il Mignon, ex cattedrale di San Pietro, fino alla sconsacrazione durante le invasioni napoleoniche, una delle chiese più importanti della città, è attivo come cinema dai primi anni ’40, dopo essere stato un magazzino e una sala da ballo. Fino agli anni ’70 cinema di seconda visione e sede di notevoli rassegne, tra cui una personale completa di Pasolini (documentata con la locandina dell’epoca), nei primi anni ’80 viene convertito a sala a luci rosse.
Il cinema è aperto 365 giorni all’anno, dalle 14.30 a mezzanotte, Natale compreso!
Il Mignon mi piace vederlo, e non è un’utopia, come un baluardo del cinema di una volta, della monosala, del cinema di seconda visione, una di quelle salette di quart’ordine dove ci si va per scambiare quattro chiacchiere, per sfidare la solitudine.
Il Mignon è soprattutto questo, un crocevia di storie di solitudine, di persone ai margini. Ma il Mignon è anche un cinema pornografico che potremmo definire d’essai, dove è possibile visionare pellicole che hanno fatto la storia del genere, film anni ’70 e ’80 con le star di una volta: Moana, Angelica Bella, Traci Lords, John Holmes e Ron Jeremy, tra gli altri … non è stato difficile incontrare anche spettatori semplicemente cinefili, appassionati di cinema a luci rosse rigorosamente in pellicola, ma anche di Bergman … (A proposito di cinefilia, tra le pellicole gira anche una versione ridotta de La bestia, di Borowczyk …)
Il documentario, oltre alla testimonianze dei frequentatori, si basa sulle storie del cassiere del cinema e dei due proiezionisti, tre uomini di tre generazioni e tre caratteri molto diversi, che raccontano se stessi e la loro Ferrara, di come sia cambiata negli anni e in cosa sia rimasta davvero arretrata. Oltre a queste interviste sono inoltre compresi gli interventi di uno storico ferrarese (riguardo la storia del luogo), un ex-gestore ora barbiere a Bondeno (FE), il figlio di uno dei geometri che lavorò al progetto del ’40, l’organizzatore della rassegna dell’epoca su Pasolini e una ex-cassiera degli anni ’80, impiegata poi presso il multisala della città.

Massimo Alì Mohammad