Note di regia del documentario "Il Segreto"
A Rapino, ai piedi della Majella, fin dai tempi italici le popolazioni Marrucine veneravano Ceria Iovia o Maruca, Grande Madre agraria e divinità dei raccolti.
Le fanciulle vergini venivano ornate con oro e gioielli ed offerte, a scopo propiziatorio, alla divinità in un rito sacro che si svolgeva presso la Grotta del Colle.
Da allora, la notte che precede l'otto maggio, festa in onore della Madonna del Carpino, tutte le fanciulle di Rapino vivono un'esperienza indimenticabile tramandata loro dalle mamme e nonne, in attesa che giunga l'alba per vestirsi finalmente da Verginelle. Quella notte infinita è una metafora struggente carica di forti significati simbolici: l'abbandono dell'età dell'innocenza e della spensierata fanciullezza.
Con "Il Segreto" ho voluto raccontare l'attesa attraverso la magia rivelatrice della luce, nitore di esistenze minute: la vita, che si oppone al buio delle tenebre; la morte, con quel senso di pàthos e di mistero che affollava le nostre notti infantili quando, impazienti e senza dormire, attendevamo la befana.
Dino Viani