Alessandro Palazzi - "La Patente", pochi soldi ma tanto entusiasmo
Come nasce il progetto "La Patente"? La struttura a scenette ricorda quella delle sitcom: mai pensato di realizzarne una serie?
Alessandro Palazzi: "La Patente" nasce dalla mia personale esperienza in un'autoscuola, avendo preso la patente con un certo ritardo... I personaggi sono esasperati ma provengono dall'osservazione del reale, li ho conosciuti personalmente ovvero li ho osservati: alunni, docenti, gestori.
Questo proprio nel periodo nel quale stavo cercando un modo estremamente economico per esordire sul grande schermo. C'erano alcune alternative ma poi la scelta è ricaduta su questo soggetto, forse perché un'esperienza fresca sul campo fa sentire a proprio agio. In ogni caso il lavoro successivo è sempre una montagna da scalare di cui non si vede la vetta.
Le previsioni dei tempi e delle difficoltà raramente sono esatte. E' un viaggio di scoperta, di opportunità, di compromessi. L'assalto alla vetta, il vero periodo di preproduzione, è un periodo oscuro di pirati, di briganti, di riscrittori, di scenografi esauriti e direttori della fotografia alle prese con le ultime tecnologie. Produttori con le scimitarre e registi che passano dall'euforia al presuicidale varie volte al giorno. E' necessario un certo "savoir-faire" per presentarsi indenni al primo giorno di riprese.
Non c'è persona che abbia visionato il film che non dica che il soggetto e i personaggi sono perfetti per una "serie bomba". Non nascondo che ci stiamo lavorando, non nascondo che ci farebbero piacere molte proposte concrete... e non aggiungo altro.
Le scelte di casting come sono avvenute? Quanto è durata la lavorazione?
Alessandro Palazzi: Il casting è stata un'operazione lunga e faticosa ma molto entusiasmante. E' durato circa un anno, spalmato su tutta la preproduzione. La mancanza di fondi adeguati non ha permesso l'impiego di volti noti ma questo ha creato una grande opportunità di lavoro e crescita per quanto mi riguarda. Dare un volto a tutti i personaggi provandoli lungamente sulla parte ha fatto sì che proprio la recitazione risulti uno dei punti di forza del film. Dopo il casting infatti sono seguiti almeno tre mesi di prove.
Le riprese sono durate quattro settimane. Questo aspetto è fortemente connesso al budget per cui non saprei che altro aggiungere. Sicuramente del tempo in più avrebbe giovato e tuttavia nella produzione di un film indipendente è forse la durata minima possibile.
Con quali aspettative affronti l'uscita in sala?
Alessandro Palazzi: Il cinema, se così lo si potrà ancora chiamare, sta subendo una trasformazione epocale. La precipitosa scomparsa della pellicola insieme al progressivo svuotamento delle sale avvolgono il futuro di questo mezzo espressivo in una nuvola densa che non lascia vedere cosa c'è dietro. Nuove idee e nuovi pionieri diraderanno presto o tardi questa nebbia. La stessa produzione industriale statunitense non sa dare una risposta, lo si capisce dai mega titoli e mega investimenti, Batman, Spiderman, Madagascar ecc., che sono gli unici film che incassano bene a livello planetario. Tagliando i problemi con l'accetta, tutto il resto è quasi una scommessa.
Quali le maggiori difficoltà nella lavorazione?
Alessandro Palazzi: Le difficoltà vengono create dagli autori, dai tecnici, dagli artisti, dai produttori, costantemente con l'unico scopo di migliorare il lavoro.
In questo settore si creano difficoltà e poi si risolvono, se poi non piace si creano ulteriori difficoltà. Per provare a rispondere alla domanda abbiamo cercato di affrontare tutte le difficoltà al meglio. Le abbiamo certo risolte quasi tutte.
Una in particolare che mi viene in mente è senza dubbio la ridicola burocrazia che bisogna espletare prima, dopo e durante la lavorazione. MI è restata in mente perché spesso le risposte che servono a superare queste difficoltà sono ignorate dagli stessi uffici dove ci si reca per avere soluzioni. La burocrazia vigente in Italia continua ad essere un ostacolo alla produzione e certamente non solo indipendente.
La burocrazia ci vuole, ma non va accumulata di anno in anno senza riformare costantemente anche tutta la trafila, altrimenti ci si trova di fronte a un mostro con tre teste.
Prossimi progetti?
Alessandro Palazzi: Ho due sceneggiature in cantiere e una serie tv da portare avanti. Se vivrò vedrò!
26/08/2012, 15:00
Carlo Griseri