E IO NON PAGO - L'Italia dei furbetti di Capone e Calà
E' davvero
difficile giudicare un film come "E io non pago - L'Italia dei Furbetti" di Alessandro Capone.
Sembra uscire dagli anni '80, in cui prodotti trash come questo si vedevano spesso, soprattutto nelle serate della tv commerciale, per un intrattenimento senza impegno e forse anche senza spettatori troppo attenti. Oggi sembra impossibile che un lavoro come questo possa giungere in sala e trovare un pubblico: e infatti il botteghino non ha premiato il film.
Jerry Calà è gestore di un locale in Sardegna, bersagliato dalla Finanza e frequentato da commercialisti truffaldini, politici sterostipati tra corruzione e passione per le belle donne, una
fauna di popolino che viene direttamente dalle pagine della cronaca giudiziaria e rosa di questi ultimi mesi.
Non c'è alcun approfondimento nel film, e questo ci può anche stare, ma è difficile trovare anche la benché minima situazione divertente (e questo è grave):
Maurizio Mattioli e Maurizio Casagrande sono la coppia di finanzieri in missione, e i loro duetti fanno intendere che avrebbero saputo regalare siparietti simpatici ma il loro copione proprio non glielo permette (il momento buddhista, per dirne uno).
Intorno a loro si muove il peggio dell'Italia, tra finti maghi e calciatori venduti, escort, ristoratori conniventi e chirurghi piacioni...
Personaggi per lo più improponibili, come Valeria Marini simil-mago Otelma che parla al plurale e truffa i clienti parlando sardo stretto, o un Benito Urgu che nasconde i soldi evasi all'interno del pecorino, o ancora l'assistente autistico del commercialista che ricorda a memoria i numeri dei conti alle Cayman...
C'è poco o nulla da salvare nell'Italia descritta. Ma anche nel film che la descrive, purtroppo.
12/11/2012, 13:00
Carlo Griseri