ITAKER - Una bella sorpresa fuori dai Festival
Gli italiani all'estero nei primi anni 60 e il viaggio di un bambino in cerca del padre. "
Itaker" affronta un argomento poco approfondito della nostra storia recente; la seconda ondata migratoria, dopo quella di inizio secolo verso le americhe.
Protagonista della vicenda è una coppia strana: Benito, un poco di buono napoletano (
Francesco Scianna) che per riuscire ad ottenere il passaporto, dopo un periodo di carcere, accetta di portare con sé Pietro, un bambino (
Tiziano Talarico) rimasto solo dopo la morte in Italia della madre, e ricondurlo dal padre, emigrato in Germania.
Toni Trupia autore anche della sceneggiatura con
Michele Placido e Leonardo Marini, mostra di essere a suo agio dietro alla macchina da presa, capace di creare un prodotto di qualità sotto ogni aspetto. La storia, a parte qualche piccola caduta di tensione, regge bene e appare originale e coinvolgente; le immagini, con la fotografia di
Arnaldo Catinari, sono di ottima fattura, tanto da non sembrare un film italiano per ricercatezza e scelta cromatica. E infine, fattore molto importante, la recitazione. Scelta di interpreti di qualità e direzione sul set, danno alle situazioni un sapore di credibilità raro nel nostro cinema recente, con caratteri ben scritti e misurati, malgrado il rischio alto di potenziali eccessi suggeriti dalla regionalità dei personaggi.
In testa
Michele Placido, boss "vecchia maniera" della mala italiana in Germania, re dei magliari e uomo senza scrupoli. Poi
Nicola Nocella, il toscano del gruppo degli operai con una storia personale più sviluppata che deve affrontare una sessualità diversa da quella sognata nella sua vita livornese. Di buona fattura anche l'interpretazione di
Monica Birladeanu, romena che tenta di uscire dalla sua relazione forzata con il boss, scegliendo una vita d'amore con il magliaro Benito. Minore ma intensa anche la prova di
Pietro Bontempo, un altro degli operai, che finisce per impazzire di gelosia.
Infine il protagonista Francesco Scianna capace di affrontare un ruolo se non difficile, duro e spigoloso con ottimi argomenti interpretativi.
Accurati anche i costumi (Andrea Cavalletto) e le scene (Nino Formica), ricostruite in gran parte in Romania.
"
Itaker" arriva al pubblico subito dopo il Festival di Roma e durante il Festival di Torino, rassegne rivali ma accomunate dalla cecità di non averlo scelto almeno per una sezione parallela. A Roma avrebbe fatto la sua figura anche in concorso.
22/11/2012, 17:15
Stefano Amadio