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Note di regia de "L'Uomo Segreto"


Note di regia de
Un Flaiano misconosciuto, il suo lato dolente, il più vero.

Noi siamo tra coloro che considerano Flaiano uno dei grandi autori italiani del Novecento. Non la figuretta d'ingegno, il fustigatore dei costumi, il giornalista acuto e brillante, che una vulgata insistente continua a tramandare, ma un gigante, uno dei nomi destinati a restare.

Il suo pudore estremo — in un 'epoca in cui vige, nella sfera della cultura, la religione del Pavone — ha fatto sì che la sua vita trascorresse per intero in una sorta di cono d'ombra, che celava ai contemporanei la sua verità, ma il tempo comincia a rendergli giustizia.

Scrittore esistenziale, notturno, e a suo modo religioso, egli non aveva nulla in comune col neorealismo né con la sfera dell'avanguardia: i due imperativi di allora. Distante anche dallo strisciante cinismo che abita come una seconda ombra la commedia italiana, possedeva lo sguardo limpido e irriducubile dello Scettico. E' l'uomo odierno, il singolo, senza appartenenza e senza dimora, l'uomo del distacco. Ma capace anche, all'improvviso, di grande pietas, pronto ad assume su di sé tutta la sofferenza del mondo. Non per caso egli é stato il solo in Italia a cogliere, da critico, la grandezza dell'opera di Rossellini a partire da Stromboli, laddove tutti gli altri parlavano di involuzione. E' stato il solo a difendere, contro l'opinione di tutti gli altri, Domenica d'agosto, esordio di Luciano Emmer. E' stato il primo ad afferrare il senso dell'arte di Totò e di Peppino de Filipo.

Eccetera eccetera.

L'UOMO SEGRETO mostra il suo cuore tragico e il suo essere poeta.

Rischiara il suo lato umano — il rapporto con la madre, la moglie, la figlia malata, e le altre donne — che nessuno ha mai potuto raccontare perché ostinatamente e sistematicamente lui lo nascondeva.

E scava nel rapporto ombroso, eppure viscerale, che lo legava a Pescara, la città dov'era nato e dove un giorno, ancora bambino, era stato messo da solo su un treno, con una piccola valigia, qualche libro, vestiti niente….

Nino Bizzarri