FUKUSHAME - Due anni dal disastro
Un’onda alta più di 40 metri si abbatte sulla costa e arriva a danneggiare seriamente la Centrale Nucleare di
Fukushima, provocando un rilascio ingente di particelle radioattive che si disperdono in tutto il Giappone a macchia di leopardo. Una zona di restrizione, la "No-Go Zone", di 20 km di diametro, viene immediatamente evacuata dal governo, divenendo territorio off-limits per chiunque.
Sette mesi dopo la sciagura,
Alessandro Tesei testimonia con il suo lavoro la situazione.
Quasi 80.000 persone vengono evacuate in case d’emergenza in un’area a 20 km dalla centrale di Fukushima, gli abitanti della cosiddetta zona di esclusione, che non potranno tornare a casa ancora per molto tempo. Ma è l’incertezza, e quindi paura e recriminazione, il sentimento più diffuso tra gli sfollati, di fronte ai ritardi e all’inattendibilità delle informazioni snocciolate dalle autorità giapponesi.
Mentre numerose interviste e contributi speciali rivelano l’incapacità del governo giapponese di fronteggiare la situazione e di ammettere la reale portata del disastro. “Ma il velo di omertà è stato sollevato in primis dalla Tepco, la società che gestisce la centrale, che ha tardato a trasmettere le informazioni indispensabili per una corretta gestione dell’emergenza, ed innalzato i limiti di esposizione alle radiazioni per risarcire meno del dovuto le vittime”, dichiara Tesei.
Un’inchiesta, quella del video maker marchigiano, che, al di là della sua natura tragica, si inserisce nel dibattito globale sull’opportunità o meno del nucleare civile, in particolare in Europa, dove l’atomo sembra l’unica risorsa al momento capace di garantire una emancipazione dalle importazioni di energia da parte degli altri paesi (Russia, Medio-Oriente ed Africa Mediterranea).
20/01/2013, 09:51
Monica Straniero