Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
!Xš‚‰

Note di regia di "Ci vediamo domani"


Note di regia di
Puglia vuol dire Sud. E Sud vuol dire Frontiera. Qu esto film ha bisogno di una Frontiera. Di un'Italia ottocentesca, quasi preistorica, dimentic ata dal tempo, dal progresso, dalla cosiddetta “modernità”. Dimenticata persino dalla m orte: montagne incontaminate, senza cemento, senza distribuzione, tramonti infiniti, te mporali, vento, stelle. Un contesto dove poter percepire ancora la genesi delle nostre origi ni, la speranza che non sia tutto cancellato, tutto perduto. È anche per questo antic o e meraviglioso contesto che i vecchi abitanti di un paese, sospeso tra realtà e ricordo, “respirano” la saggezza inconsapevole che lentamente contamina il protagonista della nost ra storia. Un luogo dove si è costretti ad abbandonare l'orologio per fare i conti con il t empo. I vecchi vivono come dei meravigliosi animali, pieni di dignità e capacità d i accettare la vita senza dare eccessiva importanza a sé stessi. Semplicemente esistono, con sumando la loro esistenza in una comunità umana antica e moderna insieme. Quando il nostro protagonista arriva in quel paesino dimenticato da tutti – anche dalla morte – non sa più come e contro chi combattere. Si arrende alla verità. Non ci deve ess ere tecnologia dietro cui nascondersi, non ci deve essere rumore. La Puglia con le sue mer aviglie dovrà aiutarci a fare di nuovo ricorso alle parole, agli sguardi, ai silenzi. E qu esto strano incontro tra un velleitario cittadino vessato dalle ambizioni di un sistema che promette pace solo se hai il denaro per comprartela, e un mondo che la pace ce l'ha dentro, tra le valli, nelle rocce, sotto gli alberi primevi, attraverso le gole ventose, potrebbe esser e una piccola metafora di quello di cui sembra abbiamo bisogno oggi per uscire dai grandi “ alibi” che ci hanno cucito addosso, forse proprio per tenerci buoni, inerti, consumator i. Insomma, ci serve il cuore di un Sud privo di stereotipi. Niente mafie, niente coppole, niente pomodorini da essiccare. Ci serve lo scenario naturale in cui un uomo possa prima aff rontare, poi conoscere e infine capire il senso della morte e della vita. Ci riuscirà. E nell 'abbraccio finale tra il nostro protagonista e la terra che gli ha regalato questa verità, c'è il senso del film. Un abbraccio infinito e commovente che in se stesso significa: “Eternità è poter dire ogni giorno: “Ci vediamo domani”.” Una piccola storia che potrebbe suggerire una chiav e diversa per trovare una strada, un piccolo sentiero che dalle montagne dimenticate del l'antica Apulia, porti dritto al cuore degli uomini.

Andrea Zaccariello