LOVERS 40 - MY BOYFRIEND EL FASCISTA
Possiamo amare una persona che ha posizioni politiche opposte alle nostre, contraddittorie o di convenienza? Si può andare a letto con il nemico? Sono queste alcune tra le domande poste da
My Boyfriend El Fascista, il documentario diretto dal regista altoatesino
Matthias Lintner e presentato questa settimana al
Lovers Film Festival, che ha a Torino la sua quarantesima edizione.
Sadiel, il partner di Lintner, definisce il comunismo "una merda" ed è con l'intenzione di mostrare un contraddittorio alle sue invettive che il regista decide di diventare co-protagonista del film, come nei suoi precedenti lavori. Sadiel si è trasferito in Italia da Cuba a 18 anni e ha perciò trascorso ormai metà della sua vita qui, senza mai smettere di tenersi informato su quanto succede in patria, dove ha subito l'omofobia di genitori e amici, che l'ha portato in passato ad interiorizzarne una forma propria e a chiedere a Dio l'impossibile, ossia farlo 'diventare' eterosessuale. Qui si è liberato, ma non sopporta gli europei di sinistra che idealizzano Cuba senza averci vissuto e pretendono di spiegare ai cubani cos'è il comunismo.
«Il vero embargo è quello interno», perché Cuba ha un muro d'acqua, come hanno già osservato alcuni artisti, e quella di Castro era per lui una dittatura. Nel corso dei viaggi della coppia in diverse città Sadiel assume posizioni politiche sempre più distanti da quelle Matthias, orgogliosamente antifascista. Caratterialmente i due uomini sembrano incarnare due poli opposti, uno dominato dall'impulsività e l'altro dalla ragione, uno più passionale e l'altro più portato ad essere coerente con la propria ideologia.
Nel luglio 2021 decine di città cubane sono attraversate da proteste di massa, volte a rivendicare quei beni primari di cui sono carenti e a denunciare la repressione di stato, che si confermerà tale mettendo a tacere ogni dissidente. Quasi 800 persone vengono trattenute nelle carceri senza che le loro famiglie possano sapere che fine abbiano fatto, i media vengono messi sotto stretta sorveglianza e l'accesso a internet viene bloccato. La presidenza di Diaz-Canel non ha ad oggi risolto la crisi economica e molti manifestanti sono ancora in carcere, altri sono stati costretti a registrare o firmare dichiarazioni auto-incriminanti o lettere di dimissioni, o privati della possibilità di comunicare.
Le Ong raccontano una vita quotidiana caratterizzata da precarietà, razzismo sistemico e violenza estrema, che nel documentario di Lintner però non si vede. Questo può rendere più difficile comprendere come la rabbia porti Sadiel a disprezzare le sinistre, che ritiene complici e traditrici, arrivando persino a votare per Fratelli d'Italia alle elezioni italiane dell'anno successivo. Perché mentre vent'anni fa Fidel disprezzava Silvio Berlusconi, tra i responsabili delle sanzioni, ora il governo italiano di Giorgia Meloni vanta ottimi rapporti con il governo cubano che dal dicembre 2019 ha come primo ministro Manuel Marrero Cruz. E allora «Se devo andare con la destra per stare dalla parte del mio popolo, lo faccio».
La sua scelta, incongruente con l'essere un cittadino con background migratorio, lascia attoniti. Ma quando esercitiamo il diritto di voto non stiamo forse tutti cercando di difendere qualche nostro interesse personale, che può mutare nel tempo ed essere almeno in apparenza incompatibile con i nostri valori? Quando farlo è legittimo? E quando è perdente? Quanto valgono oggi le ideologie delle generazioni precedenti?
Sadiel non può dimenticare che Fidel Castro ha arrogato a sé la presidenza per 49 anni, per poi lasciarla al fratello Raùl, e che tuttora un solo partito è legittimo e opera scelte scellerate che costringono tuttora milioni di cubani in miseria, mentre altrove la narrazione del paese continua ad essere incentrata su aspetti positivi (come la sanità e l'università, gratuite per tutti i cubani).
In un tempo in cui la libertà di espressione è condizionata da leader più o meno autoritari,
My Boyfriend El Fascista tocca le corde giuste, riaffermando - non senza ironia - il diritto al dubbio e la necessità di mettersi continuamente in discussione. Dopo la prima mondiale al Bolzano Film Festival (dove ha ottenuto la Menzione speciale della giuria internazionale e il premio del pubblico), il passaggio a Pordenone Docs e al Lovers, il film proseguirà il suo viaggio nei festival arrivando anche al prestigioso Hot Docs di Toronto.
16/04/2025, 08:23
Chiara Zanini