IL CINEMA LO FACCIO IO - I vizi e le virtù dei cineasti italiani
Un video-soggetto, un curioso esperimento di produzione low budget che ironizza sui vizi e le virtù dei nostrani lavoratori dello spettacolo realizzato da
Alessandro Valori. Ci sono il regista, lo sceneggiatore e l’attore che in una macchina scassata stanno facendo un sopralluogo per un film che “forse si farà, ma non si sa”. Il regista, interpretato da un silenzioso e distaccato
Piergiorgio Bellocchio, sembra ricalcare un po’ l’archetipo del cavaliere senza macchia e senza paura, una specie di Don Chisciotte de la Mancia, alle prese con due Sancho Panza, due servi scontenti e brontoloni che farebbero di tutto per farlo fuori. L’attesa durante il sopralluogo è beckettiana, in una campagna nei dintorni di Roma i tre vagano come personaggi della "
Commedia all’Italiana", ma svuotati di quella gioia disperata e di quell’energia dell’epoca. Sono sconfitti dell’Italia di oggi, artisti tristi che hanno perso persino la loro tenda del circo e che rimangono sempre più perplessi.
Il corto nasce forse sulla scia del successo di "
Boris", la serie tv con Francesco Pannofino e Pietro Sermonti, una commedia amara sulla decadenza del cinema italiano, tra corruzione, macchiette e raccomandazioni.
Alessandro Valori cerca di raccontare il precariato del mondo dello spettacolo italiano, la mancanza di fondi, l’instabilità, l’insicurezza del settore. I tre cineasti troveranno una soluzione estrema per produrre il loro film, una strada che in molti seminari anche Werner Herzog dice di provare; la rapina in banca. Dopo aver partecipato al
Festival Internazionale del Film di Roma (Sezione
Prospettive Italia) il corto viaggia (tanto per cambiare) senza distribuzione per il territorio italiano.
25/03/2013, 12:35
Duccio Ricciardelli