Note di produzione di "In Treatment"
In Treatment ha l’elegante compostezza di un classico. E come un classico pretende di essere riletto e rimesso in scena.
Hagai Levi, il creatore dell’originale israeliano, ha infatti compreso la vocazione estetica inespressa dal più televisivo dei formati narrativi, la soap-opera. E ci ha offerto in questo modo un’interpretazione nuova e sorprendente dello specifico seriale.
Attraverso la guerra di parole della psicoterapia In Treatment racconta infatti in modo straordinario l’indagine sui conflitti che ci rifiutiamo di riconoscere dentro noi stessi, sul loro potere di disgregazione degli affetti, sulla loro capacità di generare violenza e infelicità.
E racconta come l’unica nostra speranza sia cercare, attraverso la potenza rivelatrice del dialogo, la verità. Perché solo la verità ci rende liberi. Abbiamo adattato In Treatment rimanendo fedeli alla versione originale, ma calando le storie in un contesto italiano.
Nel farlo abbiamo tenuto al centro delle nostre cure l’avventura del protagonista. In Treatment è infatti prima di tutto la storia di uno psicoterapeuta che per gestire la tensione erotica nei confronti di una giovane paziente innamorata di lui, è costretto a riaffrontare i fantasmi del suo passato, le ragioni del suo percorso umano e professionale, gli irrisolti nel suo rapporto con la moglie, con il supervisore che l’ha formato e con il padre morto da anni. Abbiamo poi cercato la nostra fedeltà alle ragioni estetiche del testo nel massimo radicamento possibile di ciascuno dei personaggi e delle loro storie all’interno della nostra cultura, per dare precisione al rispecchiamento dello spettatore e al potere conturbante del racconto.
In Treatment esplora infatti il lato oscuro dei valori condivisi.
Riguarda dunque la sofferenza che si genera nei rapporti tra genitori e figli, le tensioni laceranti tra l’eros e la vita affettiva, i conflitti che nascono nella ricerca di identità sociale e professionale, l’equivocità delle distinzioni convenzionali tra ciò che è bene e ciò che è male.
A questo principio ci siamo attenuti nella reinvenzione del poco che ci è sembrato necessario.
Nicola Lusuardi (editor)