ENRICO IANNACCONE - "La vittoria del David ci ha colto di sorpresa"
Dopo Gomorra c'è stato un proliferare di corti e film che hanno raccontato la parte oscura di Napoli. A che modelli ti sei rifatto?
Enrico Iannaccone: Per "
L'Esecuzione" non mi sono rifatto a nessun modello cinematografico specifico. Non essendo un film sulla malavita o sulle problematiche sociali, modelli quali "
Gomorra" non potrebbero essere più lontani. I temi che ho cercato di affrontare con l'opera sono gli affetti e la fredda meccanicità della morale.
Il corto ha un protagonista sempre presente, che cerca di mantenere un equilibrio nei confronti della realtà che lo circonda. Come hai scelto Pasquale Fernandez?
Enrico Iannaccone: L'incontro con Pasquale è stato assolutamente karmico. Ebbi l'occasione di intravederlo in un filmato e sentii subito che poteva fare al caso mio. E, a posteriori, penso che non avrei potuto incontrare un attore, oltre che una persona, migliore di lui.
In un momento in cui il cinema sembra a corto di idee, da Napoli continuano ad uscir fuori talenti impegnati in produzioni indipendenti di finzione o documentario capaci di ottenere grandi risultati in festival e premi. Credi si possa parlare di una "new wave" napoletana o sono casi da prendere singolarmente?
Enrico Iannaccone: Non credo si possa parlare di una "new wave" napoletana, non essendovi tra le singole realtà produttive alcun tipo di coesione. Grande gentilezza e solidarietà, ma da un punto di vista lavorativo non c'è unità. Questa cosa è, a mio modesto avviso, assolutamente positiva. Storicamente le "ondate" sono nate e morte in un arco di tempo piuttosto circoscritto, questo forse a causa di un'unità di intenti troppo ferrea, talvolta pericolosa.
"L'Esecuzione" ha vinto il David di Donatello, ti aspettavi questo premio? Cosa secondo te ha colpito maggiormente i giurati?
Enrico Iannaccone: La vittoria del David ci ha colti assolutamente di sorpresa. Tutto potevamo aspettarci fuorché l'assegnazione di un premio così importante. Probabilmente la Giuria ha percepito al contempo l'essenza assolutamente indipendente del corto e la sua carica di sincero dolore, che cerca di creare un discorso vero con lo spettatore nonostante la forte aggressività delle immagini, dei dialoghi e dei contenuti.
Per concludere, ci puoi dire a cosa stai lavorando? Quali sono i tuoi progetti futuri?
Enrico Iannaccone: Stiamo cercando di realizzare un mediometraggio, nonostante la desuetudine del formato, ed un lungo. Speriamo che il David possa aprirci qualche porta. Qualora ci trovassimo davanti a sole porte d'acciaio, lucidiamo le corna all'ariete tentando di sfondarle autonomamente.
18/06/2013, 09:00
Simone Pinchiorri