Presentazione a Bologna per "Marc Scialom. Impasse du cinema"
Programma speciale al 27° Festival
Il Cinema Ritrovato di Bologna, con la proiezione del film di Marc Scialom "Lettre à la prison" (1969-70), caso emblematico di film perduto e ritrovato, e del libro che Artdigiland ha dedicato al suo autore.
Precedono la proiezione
un incontro con Scialom e Silvia Tarquini e la presentazione del volume: "MARC SCIALOM. IMPASSE DU CINEMA. Esilio, memoria, utopia / Exil, mémoire, utopie" (Artdigiland, Dublin, 2012).
La proiezione avviene in collaborazione con l’associazione marsigliese Film Flamme - Polygone étoilé, responsabile, col direttore Jean-François Neplaz, del restauro dell’opera, realizzato presso il laboratorio bolognese L’Immagine Ritrovata.
Presentato nel 2008 al Festival International du Documentaire de Marseille, "Lettre à la prison" ottiene la Mention spéciale du Groupement National des Cinémas de Recherche. Il film è inserito in una nuova sezione del festival Il Cinema Ritrovato, “Cinema Libero”, accanto a opere di altri cineasti indipendenti come René Vautier e Arne Skouen, e rappresenta un paradigma di libertà sia per i temi – mette il dito nella piaga del (post)colonialismo attraverso la storia della perdita di identità culturale e personale di un esule arabo in Francia – sia per il linguaggio e le modalità di realizzazione: al di fuori dei canoni commerciali, e vicino alla coeva Nouvelle Vague e al surrealismo bunueliano.
Scialom, ebreo di origine italiana nato a Tunisi, approda in Francia dopo varie vicende storiche che tormentano la sua famiglia. Dopo aver realizzato "Lettre à la prison" abbandona il cinema, deluso dallo scarso ascolto ricevuto dal film, in particolare dalla fredda reazione dell’amico Chris Marker. Si dedica allo studio e all’insegnamento universitario della letteratura italiana, fino alla traduzione in francese della" Divina Commedia" di Dante Alighieri (Le Livre de Poche, 1996). Per tornare al cinema nel 2012, a 78 anni, con "Nuit sur la mer", premio Anno Uno al festival I Milleocchi di Trieste.
Il volume "MARC SCIALOM. IMPASSE DU CINEMA. Esilio, memoria, utopia / Exil, mémoire, utopie", in gran parte bilingue, curato da Mila Lazic e Silvia Tarquini ed edito da Artdigiland nel 2012 (in vendita on line: http://amzn.to/1a483Cu), racconta questo straordinario intreccio di storie e culture, cinema e letteratura attraverso saggi di vari autori e con diverse prospettive.
Mila Lazic – co-curatrice del volume, coordinatrice del Festival I Milleocchi di Trieste – intervista Scialom sulle sue origini italiane e i suoi inizi artistici in Tunisia; Roberto Silvestri inquadra la sua biografia nella storia del cinema militante nordafricano, e analizza quello che considera un capolavoro: "La parole perdue", corto del 1969; Dario Marchiori estende l’analisi a tutta la produzione letteraria e scientifica di Scialom a partire dal cortometraggio “dantesco” "Exils" (1966); Alessandro Capata cura un’intervista all’autore sulla traduzione di Dante; i densissimi testi di Scialom e Saad Chakali raccontano, rispettivamente, la vicenda della lavorazione di "Lettre à la prison" e il suo “sentimento” dell’esilio e dell’oppressione postcolonialista; Federico Rossin contestualizza il linguaggio del film nell’ambito del cinema coevo; Silvia Tarquini – co-curatrice del volume e direttore editoriale Artdigiland – si occupa di "Nuit sur la mer", con interviste a Scialom e a sua figlia Chloé, co-sceneggiatrice del lavoro, e un saggio sull’assunzione da parte di Scialom della figura di Ulisse, l’errante, come archetipo che gli permette di parlare della propria origine ebraica.
Completano il volume le testimonianze dei cineasti Jean-François Neplaz e Giuseppe Spina (Nomadica), che raccontano il processo per arrivare al restauro e alla prima diffusione del film, avvenuto nell’ambiente del cinema indipendente. La prefazione di Marco Bertozzi cita Alberto Grifi, Chris Marker e Jean Rouch; filmmaker “spaesati”, incessantemente alla ricerca, attraverso il cinema, di un “contatto” con la realtà.
26/06/2013, 11:27