RIFF - Nuit Americhèn, l'horror nell'horror
Forse è la cosa più finta del cinema, la "notte americana". Un filtrone blu che si usava mettere davanti all'obiettivo per far sembrare una scena ambientata di notte mentre (per carenza di mezzi) la si girava di giorno.
Ed è proprio nella finzione cinematografica che si articola il corto di
Federico Greco. Tutto finto, tutto "rimediato", tutto basato se non proprio sulla menzogna, sulle mezze verità; come, del resto, il cinema italiano. Artigianale, spesso geniale, molto più di frequente cialtrone e miserabile, ma comunque vivo e capace di stupire con i suoi film di genere che hanno fatto scuola e vagonate di soldi.
"
Nuit Americhen" è un horror ambientato sul set di un horror, dove attori e veri psicopatici si mischiano come il sangue vero a quello finto conservato nella bottiglia da un litro e mezzo. Sin dall'inizio
Alberto Di Stasio (il produttore Sergio di Boris) fa sfoggio della sua miglior faccia da pazzo, lasciando presagire nulla di buono.
Gianmarco Tognazzi, cinematografaro d'oggi ma furbo come quelli d'un tempo, prova a mettere a segno il colpo: girare "di straforo" nella villa del pazzo alcune scene del suo film.
Gli attori ci sono,
Regina Orioli, Fausto Maria Sciarappa, Francesco Scimeni; il regista organizza il set e...
Tra passione per il genere, critica al nostro cinema peggiore e nostalgia per un'industria che non c'è più, Greco dimostra di saper girare un corto di qualità ma anche di possedere passione che, da noi, purtroppo serve sempre meno.
21/03/2014, 22:30
Stefano Amadio