Note di regia di "Destination de Dieu"
Tommaso Fiore, scrittore che a lungo si è occupato delle condizioni del Mezzogiorno, nel 1955 descrive con amara ironia la Puglia nel racconto "Il Cafone all'Inferno". Il testo racconta le avventure di un contadino pugliese dopo la morte: “Credo che, non appena arrivo in paradiso, un posticino per me ci sarà, perché, come mi è stato sempre detto dai preti, chi soffre sulla terra gode in cielo. Non c’è dubbio, ho lavorato per cinquant’anni nelle masserie del Tavoliere.”
Ma per il contadino, a cui viene negato l'ingresso in paradiso e in purgatorio, si aprono solo le porte dell'inferno. All'inferno il cafone scopre di non trovarsi affatto male, anzi di essere "trattato come un lord" rispetto alla sua esperienza terrena, tanto da suscitare la preoccupazione di Satana in persona, che decide di mandare nel Tavoliere Belzebù vestito da contadino. Dopo solo 2 giorni di lavoro nei campi Belzebù ritorna all'inferno distrutto, ferito, ustionato e racconta ai diavoli le sue giornate. Fu così che Satana, nel racconto di Tommaso Fiore, per assicurarsi la sovranità dell'inferno su ogni concorrente, decise di prendere tutti gli attrezzi e di stabilirsi definitivamente in Puglia.
L’Italia è oggi il primo paese europeo produttore di pomodoro, in particolar modo è leader indiscusso nel segmento del pomodoro da industria, con oltre la metà della produzione europea complessiva.
La maggior parte del pomodoro proviene dalla Capitanata, al nord della Puglia, dove vengono impiegati per la raccolta ogni anno più di 20 mila lavoratori. La Capitanata corrisponde all'odierna provincia di Foggia, e si estende fra i comuni di San Severo, Manfredonia, Lucera e Foggia; per centinaia di anni ha costituito un'unità amministrativa, dapprima del Regno di Sicilia, poi del regno di Napoli e quindi del regno delle Due Sicilie: l'espressione Terra del Catapano, da cui deriva il termine Capitanata, si riferiva proprio al funzionario-capo incaricato di amministrare questo territorio.
La crisi economica, i flussi migratori, insieme alle specificità della legislazione italiana in materia di lavoro, immigrazione e asilo politico, hanno profondamente trasformato questa terra, la composizione sociale dei suoi abitanti e l'agricoltura.
Se le condizioni di lavoro nei campi non sono oggi così diverse da quelle raccontate da Fiore nel dopoguerra, la maggior parte dei braccianti dell'agricoltura non sono più di origini italiane, ma africani, bulgari e romeni; la maggior parte dei pomodori non raggiunge più i mercati locali, ma le ditte della grande trasformazione oggi di proprietà della Mitsubishi, il gigante giapponese che con Princes ha acquistato la maggior parte di Ar Alimentari, primo produttore di pelati italiani.
Durante la stagione di raccolta del pomodoro in migliaia si riversano nelle campagne della Capitanata in cerca di lavoro, abitando casolari di campagna o baracche di legno e cartone costruite fra i campi, reclutati come in passato dagli intermediari del lavoro, i "caporali" detti oggi comunemente "capi neri" perchè di origini africane.
Negli anni le baracche costruite fra i campi sono aumentate, fino a costituire agglomerati abitativi di notevoli dimensioni, ciascuno abitato da migliaia di persone nei periodi di maggior offerta di lavoro.
Vicino Rignano Garganico, circondato dai campi, sorge il Gran Ghetto, uno dei più grandi slum italiani, una baraccopoli abitata esclusivamente da africani.
Alcuni suoi abitanti hanno deciso di raccontarsi e di partecipare alla produzione di un documento audiovisivo, "destination de dieu".
"destination de dieu" è un documentario partecipato, girato fra agosto e novembre 2013, realizzato con il sostegno e la partecipazione di realtà attive sul territorio: il Comitato Casa dei Lavoratori del Ghetto, Rete Campagne in lotta, Farfa Cinema Sociale Pugliese, Cooperativa Camera a Sud, Io ci sto, ComunicareIlSociale.it.
Andrea Gadaleta Caldarola