Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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"Un Paese di Primule e Caserme" raggiunge
e supera l'obiettivo del crowdfunding


Il documentario “Un paese di primule e caserme” – prodotto da Cinemazero e DMovie con la partecipazione di Tucker Film e il sostegno di ARPA LaREA Friuli Venezia Giulia – grazie al contributo di ben 155 persone ha raggiunto e superato l'obiettivo fissato per il crowdfunfing e si sta preparando per la “prima”. Vista l'imminente Adunata Nazionale degli Alpini a Pordenone, si è deciso di presentare il film a Cinemazero nelle giornate della manifestazione, oltre a predisporre dei dvd acquistabili in diversi punti vendita organizzati per l'occasione.

Al centro del lavoro ci sono i 400 siti militari (per complessivi 102 km quadrati abbandonati) svuotati con una velocità che ha tutti i tratti della fuga, modificando drammaticamente il paesaggio e creando un caso unico al mondo per vastità, tipologia e storia. “Un paese di primule e caserme” racconta questa trasformazione incompleta e le testimonianze di chi ha vissuto nelle caserme, di chi si è visto cambiare la vita in tempi rapidissimi a causa della scomparsa di decine di migliaia di soldati che per decenni hanno fatto da pilastro per le economie di interi paesi. Arrivano così sullo schermo sia le storie delle persone che hanno vissuto l'area più militarizzata d'Europa, che la rassegna di alcuni di questi luoghi abbandonati, di cui si può vedere l'incomprensibile stato di degrado in cui versano. Emerge il recente passato di “Guerra Fredda” che lo sguardo di oggi fatica a credere possibile; si attraversano paesi ormai deserti, ma ancora segnati dal via vai dei giovani costretti al servizio di leva; si rintracciano storie note e rivelazioni sconosciute, arrivando a mettere insieme le tessere di un mosaico che non si può più ignorare. Pochi infatti gli scenari di riconversione da documentare, ma grande è la speranza che questa denuncia possa provocare un virtuoso cambio di rotta.

Dicono gli autori Diego Clericuzio e Riccardo Costantini: “abbiamo voluto raccontare il problema dell'abbandono militare tramite un microcosmo di piccole storie, raccontando i singoli personaggi, uomini e donne che hanno vissuto e vivono la dismissione delle caserme in modo differente, personale, a seconda della loro passione, professione, storia, militare o civile che sia. Il pensiero di fondo è stato che "ogni mondo contiene infiniti mondi, e il crollo di uno di questi, porta con se la sparizione degli altri". Abbandonate non rimangono solo le caserme dismesse, ma anche le storie delle persone che con loro hanno vissuto”.

17/04/2014, 14:54