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PARANORMAL STORIES - Sei registi per un genere


Il 10 luglio arriva in sala il film collettivo prodotto e co-diretto da Gabriele Albanesi, il regista de "Il bosco fuori" del 2007 e "Ubaldo Terzani horror show" del 2010.


PARANORMAL STORIES - Sei registi per un genere
"Paranormal Stories" è un’antologia tutta italiana di ghost stories, sul modello di Creepshow, il film del 1982 diretto dal maestro horror George Romero.
Sei giovani registi emergenti, Andrea Gagliardi, Tommaso Agnese, Roberto Palma, Stefano Prolli, Omar Protani, Marco Farina, ricalcano topoi ampiamente sfruttati da titoli simili per mettere in scena le fobie e i mali della società contemporanea italiana.

In Offline di Andrea Gagliardi, interpretato da Daniele De Angelis di "Last minute Marocco" e Primo Reggiani di "Baciami ancora," un’epidemia di suicidi causati da un’entità informatica rievoca la paura della tecnologia di Pulse di Kiyoshi Kurosawa. Ne La Medium di Roberto Palma, Anna Maria Teresa Ricci interpreta con convizione una mediatica truffaldina che approfitta della fragilità di chi è pronto a tutto pur di risentire accanto a sé una persona cara deceduta. E mentre in 17 Novembre, Tommaso Agnese segue uno dei filoni più saccheggiati (anche troppo) all’interno del genere horror, quello delle case infestate, Stefano Prolli, con piglio più autoriale dirige La Fiaba di un mostro. Il corto, ambientato in un paesino del Lazio del 1984, strizza l’occhio a "Non si sevizia un paperino" per riflettere sul pregiudizio collettivo nei confronti di chi è considerato diverso fino all’inevitabile tragedia. Infine nel teen horror che tanto piacerebbe agli adolescenti americani, Urla in Collina di Omar Protani e Marco Farina, una serie di citazioni più o meno evidenti da So cosa hai fatto e Non aprite quella Porta fino a Psycho, racconta di tre avvenenti ragazze che dirette ad un hotel sperduto tra i boschi investono accidentalmente qualcosa e non si fermano. E la vacanza si trasforma in tragedia.

Si ha così che fare con un accademico esercizio di stile apprezzabile nella propria dimensione di indagine introspettiva sulla condizione dell’uomo alle prese con le proprie angosce, la propria solitudine e il senso di abbandono, e nelle intenzioni di ridare slancio al cinema di genere in Italia.

09/07/2014, 19:07

Monica Straniero