BAROLO BOYS - Rivoluzionari vignaioli
Una storia così unica e coinvolgente a due passi da casa: è questa la motivazione principale
confidata dai registi Paolo Casalis e Tiziano Gaia per cui è nata l'avventura del loro documentario "
Barolo Boys. Storia di una rivoluzione".
L'ambientazione sono le Langhe, nel Piemonte meridionale. La cronologia dice: estate 1986. Qui, a poche settimane dallo scandalo del metanolo che aveva messo in pericolo il mercato enologico italiano, un gruppo di ragazzi reagisce allo status quo centenario di una tradizione e sovverte le regole della produzione e della commercializzazione del Barolo.
Basta con l'invecchiamento come è sempre stato, basta con il dar via il vino a fatica perché non lo si riesce a comunicare: nuovo corso, nuova "tradizione", stacco netto con la generazione dei padri (alcuni di loro sono stati diseredati, tutti quanti inizialmente vilipesi) e un successo tanto rapido e mondiale quanto inatteso: è del 1990 la definizione del New York Times che li identifica come "Barolo Boys" che hanno saputo conquistare gli States con il loro vino.
I loro volti e le loro storie sono i protagonisti del documentario: in poco più di un'ora - grazie anche ai ricordi di due personaggi culto nel mondo enogastronomico come Oscar Farinetti e Carlin Petrini, e guidati nel racconto dalla voce di Joe Bastianich - Casalis e Gaia raccontano una storia avvincente e interessante, tassello importante per capire come oggi viene percepito il vino italiano nel mondo e come si è arrivati a far celebrare una zona storicamente povera - le Langhe - come una delle eccellenze mondiali.
Presentato a Torino e già selezionato per diversi festival in Italia e all'estero, "Barolo Boys" a novembre sarà protagonista di una attesa tournée statunitense.
02/10/2014, 10:15
Carlo Griseri