FESTIVAL DI ROMA 9 - I Milioni della Camorra
È un continuo dejavu il nuovo film di
Alessandro Piva. Travagliato nella produzione, mostra tutti i segni di un'industria cinematografica che zoppica; lenta, senza coraggio e povera di idee.
Nel susseguirsi delle scene la sensazione è quella di aver già visto la situazione in un altro film, di aver sentito la battuta pronunciata da un altro attore, di cogliere una citazione che si trasforma senza troppa raffinatezza in fotocopia.
Piva ci aveva abituati ad un cinema originale e virtuoso, fatto di personaggi umani e di parole lontane e affascinanti, ad una voglia di stupire e trovare nuove soluzioni.
Ne "
I Milionari" invece la parabola della camorra napoletana sembra è un mix di Romanzo Criminale e Goodfellas con immancabili flash di Gomorra (versione cinematografica e televisiva). I personaggi sono stereotipati nell'aspetto, nell'abbigliamento, nell'intercalare (con l'eccezione di
Salvatore Striano, originale e credibile come sempre), e stentano a creare la benché minima empatia col pubblico.
Un appunto va sicuramente mosso agli sceneggiatori. Ben cinque (
Massimo Gaudioso, Stefano Sardo, Giacomo Gensini, Giuseppe gagliardi e lo stesso Alessandro Piva) così poco ispirati da dover ricorrere alla voce narrante per spiegare cosa succede in un film non proprio complicato. Qualcuno dirà che anche in Goodfellas la voce narrante del protagonista accompagnava la storia della banda nuiorchese, ma, mentre quella di
Ray Liotta esaltava e descriveva con acume e ironia i caratteri dei compagni e le paradossali situazioni, quella di
Francesco Scianna sembra solo una scarna sottolineatura alle già eloquenti quanto non eccezionali situazioni della storia.
Il film di
Alessandro Piva, in Concorso al Festival, non riesce a stimolare la curiosità che dovrebbe accompagnare lo spettatore nella visione di qualsiasi film.
19/10/2014, 19:00
Stefano Amadio