FESTIVAL DI ROMA 9 - "La Foresta di Ghiaccio"
L'opera seconda di
Claudio Noce dimostra una notevole crescita tecnica e una maturazione registica, con la messa in scena curata al punto da non far mai dimenticare la presenza della macchina da presa. "
La Foresta di Ghiaccio" è un thriller che si sviluppa partendo dalle migrazioni dalla ex Yugoslavia del 1994 e si conclude oggi, sulle nevi al confine tra Italia e Slovenia.
Dietro a tutto c'è il movimento di clandestini, ieri Bosniaci oggi africani o mediorientali. Chi non sono cambiati sono i gestori del traffico, oggi come ieri personaggi senza scrupoli e completamente indifferenti di fronte alla vita umana.
Claudio Noce, insieme agli sceneggiatori
Francesca Manieri, Elisa Amoruso e Diego Ribon, sceglie di raccontare la cronaca possibile con un film di genere, dove un gruppo di personaggi credibili si muove nel contesto di un piccolo paese di frontiera, tra il bar, la diga, la centrale idroelettrica e la foresta innevata.
Il tutto appare ben organizzato ma la tensione non riesce a crescere fino alla metà del film quando la scomparsa di un personaggio fa decollare la storia e aumentare il coinvolgimento del pubblico.
Malgrado i personaggi appaiano credibili e ben interpretati, non riescono a far scattare la necessaria empatia, con Emir Kusturica decisamente un gradino sopra al resto del cast.
Ksenia Rappoport e Domenico Diele fanno della misura la loro qualità più evidente, mentre
Adriano Giannini deve assecondare il suo personaggio con qualche esagerazione giustificabile.
Forse il prologo iniziale è troppo esplicito, lasciando la sensazione che la vendetta sia imminente in ogni momento del film. Senza colpi di scena eclatanti, la storia si sviluppa solo in funzione del finale, procedendo a piccoli passi che spesso però rischiano di far scendere pericolosamente la tensione.
23/10/2014, 12:08
Stefano Amadio