Note di regia di "Qualunque Cosa Succeda
- Giorgio Ambrosoli, una Storia Vera"
Dopo aver letto d’un fiato ‘Qualunque cosa succeda’ il libro scritto da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, sono rimasto profondamente colpito ed emozionato dal fatto che ‘il mio papà’ era il modo permanente e unico con il quale Umberto raccontava la vita del padre. Incontrando Umberto immediatamente dopo la lettura ho visto che anche di persona era la stessa cosa. Ne ricavavo una tale sensazione di verità direi anche fisica, concreta, viva che il personaggio che dovevo mettere in scena era come se lo avessi già incontrato, conosciuto, addirittura sentito parlare.
Ho immediatamente chiamato Pierfrancesco Favino dicendogli che avevamo una nuova impresa da portare a termine perché sarebbe toccato a lui interpretare ‘il papà’ di Umberto. La sua risposta è stata semplice e immediata: ‘quando?’. Nessuna precondizione, nessuna richiesta di leggere prima, eravamo nuovamente destinati a stare assieme per la quarta volta. La nostra è una bellissima amicizia che ha per cemento una enorme stima professionale reciproca e una altrettanto enorme simpatia personale. Lui ha un grande e insuperabile vantaggio su di me: da gigantesco attore quale è, riesce a imitarmi perfettamente, anticipandomi. Lo stesso è accaduto quando si è trattato di dover scegliere un co-sceneggiatore. Anche in questo caso la mia scelta è stata immediata. Ho chiamato Andrea Porporati e mi ha detto ‘grazie dell’onore’. Abbiamo così portato a termine la nostra quinta o sesta impresa.
Da quel momento è iniziato un duplice meticolosissimo lavoro di documentazione: leggere le migliaia di pagine di documentazione, gli atti della Commissione Parlamentare d’Inchiesta, articoli di giornale, libri, testimonianze e incontrare sopratutto due persone indispensabili, imprescindibili: la moglie di Giorgio, Annalori e il Maresciallo della Guardia di Finanza, Silvio Novembre, l’uomo che aveva collaborato con Giorgio in tutti gli atti che avevano portato allo svelamento e alla raccolta delle prove inconfutabili che avrebbero contribuito a costituire il più solido e indistruttibile atto d’accusa contro il finanziere Michele Sindona, sia in Italia che negli Stati Uniti.
Sono stati due incontri straordinari, umanamente indimenticabili. Annalori ricordava tutto, battute del marito, gag, dettagli sul suo modo di vestire, episodi apparentemente ‘periferici’ ma indispensabili per tracciare un personaggio che avevo il compito di mettere in scena senza mai cadere nel facile e frequentatissimo tranello della ‘fictionalizzazione’. Il mio primo e unico comandamento quando sono incaricato di progetti che hanno al centro personaggi realmente esistiti è proprio quello di evitare come il peggior nemico ogni tentazione di ‘romanzare’, di ‘addolcire’, di ‘ricreare’ il personaggio, in sostanza di falsificarlo. Mi viene in mente un episodio che ho messo in scena e scritto, quando ormai le riprese erano già iniziate, un episodio che può apparire inventato da me e che invece è assolutamente autentico. Erano iniziate da poco le riprese e ho incontrato Francesca, la figlia di Giorgio. Alla mia domanda se ricordasse qualche episodio particolare della sua infanzia con il ‘suo papà’ mi ha raccontato che durante le vacanze di natale il ‘suo papà’ si è presentato, di sera, suonando alla porta di casa, travestito da befana con un enorme sacco pieno di regali per tutti. Sul momento nessuno lo aveva riconosciuto e Francesca si era anche spaventata prima di riconoscere il suo ‘papà’ concludendo tutto con una gran risata.
Silvio Novembre, oggi ottantenne, è stato l’altro incontro indimenticabile, una persona integra, dalla memoria prodigiosa, dalla dedizione assoluta al suo Corpo di appartenenza e dall’integrità morale assoluta. E’ stato lui uno dei finanzieri che hanno portato alla scoperta della P2 e del sistema di potere occulto messo in piedi da Licio Gelli. La sua collaborazione è stata indispensabile come lo è stata quella di Maurizio De Luca, il nostro consulente, un archivio vivente che ricorda tutto, che ha incontrato Sindona, che ha conosciuto Ambrosoli e intervistato tutti i personaggi politici, della finanza e dei ‘servizi’ che hanno avuto a che fare con la bancarotta dell’impero finanziario di Michele Sindona.
Prima di concludere devo assolutamente dare l’onore delle armi a Matteo Levi, lungimirante produttore di questo film, che ha avuto il grande merito di comprendere il valore di un progetto televisivo di questo genere acquisendo immediatamente i diritti del libro di Umberto. Per me questa è stata un’impresa difficilissima, una scalata in verticale, ho dovuto studiare anche un po’ di economia e di tecnica bancaria per riuscire a raccontare cinematograficamente in modo chiaro, semplice e sopratutto avventuroso il machiavellico e geniale sistema messo in piedi da Sindona per riuscire a creare una delle più colossali truffe del suo e del nostro tempo. E anche questa volta posso dire in tutta serenità che sento di aver compiuto la mia missione senza aver dovuto ricorrere a nessuna ‘falsificazione’ , a nessuna ‘forzatura’ estranea, confortato anche dalle reazioni commosse di tutta la bellissima famiglia di Giorgio Ambrosoli, un autentico eroe del nostro tempo.
Alberto Negrin