Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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MA TU, DI CHE SEGNO 6? - Poche risate ma grasse


Neri Parenti, finalmente libero dai lacci che lo tenevano legato ad Aurelio De Laurentiis, torna all'antico e ripropone un film diviso in cinque episodi. Proietti, Boldi, Salemme, Memphis, i giovani Pio e Amedeo le belle Hessler, Rodriguez e Tantucci e poi Pintus e Graci. In sala da giovedì 11 in 400 copie distribuito da Keyfilms


MA TU, DI CHE SEGNO 6? - Poche risate ma grasse
Gigi Proietti in "Ma tu di che segno 6?"
Neri Parenti torna all'antico. Peti, emorroidi pericolose, parolacce, grandi scivoloni e testate sul pavimento, donne super sexy, sesso a chiacchiere e una sceneggiatura che va tenuta sotto un pesante ferro da stiro per evitare che prenda il volo per la sua leggerezza e inconsistenza.

È tornato il film di natale, quello vero, quello buono che piace a chi va al cinema una volta l'anno, massimo due, e che non cerca altro che farsi due risate senza pensare. Sì perché è ovvio che i dubbi filosofici ed esistenziali del pubblico di riferimento, occupano e usurano durante tutto l'anno i cervelli iperattivi; lo si capisce girando per il paese, ascoltando la tv e leggendo la cronaca sui giornali. Un paese di geni affaticati che a natale hanno proprio bisogno di staccare la spina e godersi in santa pace un bel cinepanettone. Due risate senza pensare per ricaricare il cervello stanco e provato da dodici mesi di utilizzo continuato. Leonardo da Vinci, Alessandro Volta, Luigi Pirandello tutti al cinema a trascorrere un paio d'ore senza pensare.

Pare che solo in Italia però si abbia bisogno del cinepanettone per trascorrere un natale felice e rilassato. Nel resto del mondo occidentale, peti e parolacce, non fanno più ridere nessuno perlomeno se proposti in un contesto cinematografico così limitato. Edison e Shakespeare fanno altro il 25...

Sarebbe ora di finirla di dire che i cinepanettoni sono fatti per noi, per il pubblico. Diteci chiaramente, non è un reato né un peccato, che lo fate per il denaro e saremo tutti felici di decidere non se trascorrere o meno due ore al cinema staccando il cervello, ma se spendere o meno i pochi soldi che ci sono rimasti.

07/12/2014, 09:00

Stefano Amadio