Nuovo ciclo di proiezioni a Torino per il Documentario Resistente
Martedì 20, mercoledì 21 e giovedì 22 gennaio, alle ore 21.30, presso il Circolo ARCI “Garage Vian” di via Castelnuovo 10/a, a Torino, nuovo appuntamento con il ciclo
Documentario Resistente, organizzato dal regista torinese Sante Altizio.
“In ottobre abbiamo presentato tre documentari, realizzati da autori o produttori torinesi, che hanno affrontato il tema della Decrescita Felice. – afferma Toni Mazzara, responsabile del cartellone spettacoli del Garage Vian – Questa volta
spostiamo l'attenzione sui grandi temi della politica, anche internazionale: Cuba, il Kurdistan, la Torino degli anni di piombo”.
Il 1° gennaio è stato l'anniversario della Rivoluzione Cubana, e in dicembre il presidente degli Stati Uniti, ha sancito la fine dell'embargo, che ha soffocato Cuba per 55 anni.
Cuba Libre è un documentario prodotto dalla torinese LibLab in collaborazione con Mundo Latino, per la regia di Liborio Lì'Abbate.
E' la storia dello sbarco a Cuba del Granma. Era l’inizio della rivoluzione guidata da Fidel Castro. Tra gli 82 uomini che sbarcarono c’era anche un italiano: Gino Donè.
Labbate lo ha incontrato e con lui è tornato a Cuba- Era il 2005. Hanno incontrato i sopravvissuti e Fidel castro. Nove di quei marinai improvvisati erano ancora vivi e hanno ripercorso insieme i momenti di un’impresa che è diventata storia. “Cuba libre” racconta un’avventura impossibile, l’epopea di una sorta di armata Brancaleone che cullava il desiderio di cacciare il dittatore Batista e restituire la dignità al paese.
Il Kurdistan, un'area contesa ricca di petrolio, un paese che in teoria non esiste, è da anni al centro delle guerre che dal 1990 insanguinano l' Iraq e, negli ultimi anni, anche la Siria.
Il nemico del mio nemico è mio amico è un documentario prodotto dalla torinese NOVA-T per la regia di Sante Altizio girato, nel Kurdistan iraqeno all'indomani della "presunta" fine della guerra in Iraq. Saddam era ancora libero, ma Bush figlio proclamava: "We are prevaled" .
"Ho riaccompagnato a casa un amico, curdo. In Italia dal 1990. Mancava da Kirkuk da 23 anni. Hawar è un architetto. Viveva e vive ad Aosta, che ha le montagne attorno. come Kirkuk. Nel 2004 non era ancora sposato e non aveva ancora un figlio. Siamo partiti perchè "grazie a quel bastardo di Bush" poteva andare da sua madre e piangere sulla tomba di suo padre. e del fratello ammazzato dalla polizia segreta di Saddam". Lui è un pacifista. Io pure. Eppure si tornava in Kurdistan solo grazie a una guerra.”
Con una tensione sociale che cresce, si torna a usare un vocabolo quasi dimenticato in Italia: terrorismo. Torino, in un passato recente, è stato uno dei crocevia principali degli Anni di piombo.
Il regista torinese Mirko Capozzoli ha raccontato una delle tante storie personali che hanno attraversato quel periodo così travagliato, quella di Alberto Bonvicini. Per tutti: Albertino.
In
Fate la storia senza di me , Capozzoli, racconta l'incredibile storia di Albertino che, dall'orfanotrofio al manicomio, dalla lotta armata alla televisione, percorre da protagonista trent'anni di storia italiana.
Abbandonato dai genitori, Albertino trascorre l’infanzia in orfanotrofio, sino a quando nel 1967, in seguito a un banale incidente, viene trasferito nell’ospedale psichiatrico di Collegno, dove subisce gravi maltrattamenti. Il caso di Albertino arriva in tribunale: è messo sott’accusa lo psichiatra: Giorgio Coda e l’intero sistema manicomiale italiano. Intanto Albertino è stato affidato a una famiglia benestante di Torino. Si lega ad alcune bande giovanili e nel Settantasette diventa uno dei leader del movimento di contestazione. Fonda il circolo Barabba e pochi mesi dopo aver costituito un gruppo armato si trasferisce a Londra. Quando nel 1980 torna a Torino, due pentiti di Prima Linea l’accusano di aver partecipato al rogo del bar Angelo Azzurro. Trascorre in carcere due anni e mezzo, ma una volta libero si rifugia nell’eroina; giungono in suo aiuto Enrico Deaglio e Giuliano Ferrara, con quest’ultimo avvia una lunga collaborazione alla Rai e stringe un’intensa amicizia. E’ l’inizio di una nuova vita, ma nel 1991 l’AIDS uccide Albertino all’età di trentatrè anni.
Calendario delle proiezioni:
Martedì 20 gennaio ore 21,30: Cuba Libre di Liborio L'Abbate
Mercoledì 21 gennaio, ore 21,30 : Il nemico del mio nemico è mio amico, di Sante Altizio
Giovedì 22 gennaio, ore 21,30 : Fate la storia senza di me, di Mirko Capozzoli
07/01/2015, 09:19