Note di regia di "Noi e la Giulia"
Noi e la Giulia è il mio terzo film da regista e avevo voglia di raccontare una storia con un tema sociale sensibile, volevo affrontare un argomento “importante”. L’occasione è venuta traendo la sceneggiatura dal formidabile libro di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli. Quattro falliti che nemmeno si conoscono tra loro e una curiosa ragazza in fuga dalla città decidono di avventurarsi in un’impresa straordinaria, quella che tutti noi ad un certo punto della nostra vita sogniamo di fare. Decidono di mettersi in società e restaurare una vecchia masseria per trasformarla in un agriturismo. Ma nel loro sogno non hanno fatto i conti con ciò che succede in quella terra.
Un camorrista arriva a spiegare loro come funzionano le cose da quelle parti e… a chiedere il pizzo. La loro inaspettata e sorprendente reazione darà il via ad una rocambolesca avventura che cambierà per sempre le loro vite. Noi e la Giulia potrebbe sembrare, all’inizio, un classico film su una grande storia di amicizia, ed in parte lo è. Ma è il tipo di “sopruso” contro il quale combattono che porta la storia oltre la commedia. La grande avventura di questi cinque sconfitti è riuscire a fare qualcosa di “bello”, come quell’agriturismo, in un posto brutto, deprimente, pericoloso, da cui tutti scappano. Una bellezza che, in qualche modo, cambierà il destino di tutti… anche degli stessi camorristi.
La grande sfida è stata, per me, quella di raccontare temi così seri con la lente della commedia. Riuscire a divertire, senza togliere gravità a quella che è forse la maggior piaga sociale di questo tempo. Una storia dei nostri giorni. Una storia di resistenza civile. E inoltre, tema non secondario, raccontare un passaggio generazionale dei quaranta-cinquantenni nel nostro paese. “Siamo la generazione del Piano B. Lavorare in questo paese fa così schifo che quando allo schifo per il lavoro si aggiunge quello per la città cominci ad elaborare il tuo piano B. A 20 anni era il chiringuito sulla spiaggia. A 40, quasi sempre, si tratta di un agriturismo”. Sono le parole di Diego, il protagonista del film. E questo è ciò che pensa ogni quarantenne in crisi con la propria vita. L’idea di andare via dalla città, per una vita più sana, con più tempo a disposizione per se stessi… Cosa succede, però, se fra te e il tuo piccolo sogno di una vita più sana e più serena si frappone un altro sfigato che però di mestiere fa il camorrista?
Succede che cinque ‘falliti’ si mettono a lottare come possono per loro ma anche per tutti noi. Lotta, sogni, amicizia, amore, ideali vivi, ideali persi, fallimenti, colpi di genio e soprattutto altri miracoli… che non posso svelare adesso.
Edoardo Leo