IL RACCONTO DEI RACCONTI - Le tre favole di Matteo Garrone
Tratto da tre racconti del "
Lo Cunto de li Cunti", raccolta di fiabe scritte dal napoletano
Giambattista Basile alla fine del 1500, il film di
Matteo Garrone alza non di poco il livello dei suoi lavori. Dalla ricerca del realismo spinto, dei vicoli e delle periferie viste con la macchina a mano, il regista di "
Gomorra" si sposta nel mondo fantastico ed elevato delle fiabe, dove i protagonisti sono re e regine, castelli e boschi ma anche draghi, orchi e saltimbanchi.
Una messa in scena accurata, arricchita da costumi, scenografie e ambienti dal vivo di assoluta bellezza, accoglie le storie narrate con stile sottilissimo; una traccia di ironia (molto british), un velo di morale (molto cattolica) si fanno sentire lungo tutto il percorso senza mai essere invadenti o determinanti.
Forse questo è l'unico limite del film, mai noioso ma che spesso tende a rallentare il ritmo dove il cinema di genere che va per la maggiore, ci ha abituati ad accelerazioni e colpi di scena.
Il cast internazionale è sicuramente la marcia in più del film, con gli attori britannici come
Toby Jones e Bebe Cave in testa, ma anche statunitensi come
John C. Reilly, l'"americana"
Salma Hayek, e il francese
Vincent Cassel. Gli interpreti principali di casa nostra sono
Massimo Ceccherini e Alba Rohrwacher che fanno del loro meglio nel ruolo secondario dei saltimbanchi.
"Abbiamo scelto l'inglese come lingua del film - dice
Matteo Garrone - perché è il modo migliore di restituire "
Lo Cunto de li Cunti" al pubblico più vasto possibile. La fantasia della favola supera ogni confine e Basile in questo è davvero un autore universale. L'uso dell'inglese permette di non localizzare in maniera immediata i paesaggi che fanno da sfondo al racconto, e di non dover inchiodare a uno specifico colore dialettale i suoi personaggi".
08/05/2015, 17:45
Stefano Amadio