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Su Rai Storia Gabriele D'Annunzio "L'Amante Guerriero"


Su Rai Storia Gabriele D'Annunzio
Scrittore, giornalista, poeta, drammaturgo, militare e politico. Ed eroe della prima guerra mondiale. A Gabriele D’Annunzio, uno dei maggiorI rappresentanti del Decadentismo Italiano, č dedicato il documentario “L’Amante Guerriero”, di Giordano Bruno Guerri, Paola Veneto, Anna Villari – in onda mercoledě 20 maggio alle 21.30 su Rai Storia, ch. 54 del Digitale Terrestre e ch. 23 Tivů Sat - che racconta la vita e le imprese di un personaggio che segnň la vita artistica, sociale, politica e militare italiana, negli anni a cavallo tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900. Sono anni tumultuosi, durante i quali le tragiche vicende della Storia si alternano al progresso sociale e allo sviluppo tecnologico. D’Annunzio, uomo della modernitŕ, incarna perfettamente lo spirito di quel secolo proteso verso il futuro, il progresso e il benessere.

Il Vittoriale, cittadella monumentale costruita su un colle che domina il lago di Garda e che conserva le testimonianze del “vivere inimitabile” di Gabriele D’Annunzio, č l’unitŕ spazio temporale del documentario. La casa del poeta, l’Archivio, il Parco, l’anfiteatro, il Mausoleo sono gli ambienti che descrivono il D’Annunzio “segreto”. Sono i luoghi da cui Giordano Bruno Guerri racconta la storia di Gabriele D’Annunzio. Una narrazione affascinante e ricca di dettagliate informazioni che, attraverso una serie di capitoli, abbraccia l’intera, avventurosa vita dell’“Amante guerriero”: il suo rapporto con l’arte e quello con le donne; la sua attivitŕ politica e le imprese militari; il rapporto con Mussolini che lo ammira e lo teme al tempo stesso.
Nell’atto di donazione del Vittoriale agli Italiani, D’Annunzio descrive perfettamente il complesso museale: “Tutto qui mostra le impronte del mio stile, nel senso che io voglio dare allo stile. Il mio amore d’Italia, il mio culto delle memorie, la mia aspirazione all’eroismo, il mio presentimento della Patria futura si manifestano qui in ogni ricerca di linea, in ogni accordo o disaccordo di colori. […] E qui non a impolverarsi ma a vivere son collocati i miei libri di studio, in cosě grande numero e di tanto pregio che superano forse ogni altra biblioteca di ricercatore e di ritrovatore solitario. Tutto č qui dunque una forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore...”

Oltre alla narrazione di Giordano Bruno Guerri, autore del documentario e Presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la parola a Claudia Salaris, storica dell’arte italiana e studiosa di Storia delle avanguardie e del futurismo, Emilio Gentile, storico, e Giuseppe Ferroni, storico della letteratura.

19/05/2015, 16:08