HYBRIS - Chiusi in casa senza paura
Passato il
Festival di Cannes con i capolavori del nostro cinema, riparte la stagione delle uscite indipendenti; tanti film italiani che provano ad arrivare in sala a fine anno alla ricerca di un po' di luce e di qualche spettatore.
Apre la pattuglia della settimana, con uscita giovedì 28, l'horror giovanile "
Hybris", diretto da
Giuseppe Francesco Maione e scritto da
Tommaso Arnaldi con un cast formato da soli quattro attori:
Guglielmo Scilla, Lorenzo Richelmy, Claudia Lenolini, Tommaso Arnaldi.
Oltre al genere, la caratteristica di "
Hybris" è l'idea che basti essere giovani per fare qualcosa di diverso; in realtà sceneggiatore e regista inventano davvero poco e sostituiscono l'esperienza personale (nel caso di un horror fatta di sensazioni ed eventi al limite del normale) con un puzzle di cose già viste, andando a prendere elementi di film famosi e meno conosciuti. Dare per scontato che tutto può succedere perché forse è, dopo qualche birra, nell'immaginario dei personaggi, non facilità lo spettatore ad appassionarsi alla vicenda e per riuscire a sviluppare un film tutto all'interno di una casa senza uscite, dunque basando antefatto e motivazioni solo sul racconto orale, è necessario sviluppare dei dialoghi e dei caratteri di eccezionale funzionalità, da mettere in scena poi con una professionalità registica e interpretativa non garantita dalla qualifica "giovani".
Quello che ci viene da chiedere è perché i giovani americani pensano Blair Witch Project o Paranormal Activity o El Mariachi e da noi non si va oltre "siamo giovani e questo basta"?
Cosa possono raccontarci dei ragazzi che nella loro vita si sono persi a Ciampino? Nel racconto, veniamo a sapere che dopo un concerto del loro gruppo, in un luogo definito "in culo", si perdono sulla strada del ritorno commettendo indicibili azioni. A Ciampino c'è un aeroporto internazionale, la cittadina è chiusa tra due vie consolari (tutte le strade portano a Roma...) e poi lì, "in culo", a Ciampino, qualche anno fa ci ha cantato anche
Frank Sinatra, e lui la sua strada, dopo anni e anni di esperienza, la conosce alla perfezione.
26/05/2015, 09:46
Stefano Amadio