DOVE LA LUNA SI MOSTRA NUDA - Ricordando "Creuza de ma"
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Umbre de muri muri de mainé, dunde ne vegnì duve l'è ch'ané, da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa". Con queste dolci parole genovesi dedicate ai marinai di ritorno dai loro viaggi, inizia "Creuza de ma", brano da cui prende il titolo uno degli album più importanti della storia della musica italiana d'autore.
Nel suo "
Dove la luna si mostra nuda", Matteo Valenti va alla ricerca di testimonianze che possano aiutare a ricostruire il percorso di creazione messo in atto da Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani.
Il Mediterraneo, con le sue commistioni culturali, i diversi ritmi e profumi, fu raccontato splendidamente dalla coppia di autori attraverso sette brani che nel 1984 sbalordirono critica, pubblico e giganti della musica internazionale quali Peter Gabriel e David Byrne.
Attraverso numerose interviste ad amici e colleghi di "Faber" quali Gino Paoli e Don Andrea Gallo, il regista si focalizza principalmente sul genovese, a detta di tutti una lingua più che un dialetto, che risulta essere una vera e propria rivoluzione vincente per il panorama musicale nostrano.
Immagini di Genova e della costa ligure accompagnano lo spettatore in questo viaggio melodico realizzato con grande amore e che ha forse l'unico difetto di essere troppo breve nel suo racconto.
28/08/2015, 21:08
Antonio Capellupo