"Violenza Invisibile" evento di chiusura del Festival
Internazionale di Cinema&Donne di Firenze
Il documentario "
VIOLENZA INVISIBILE, Abusi culturali e fisici sulle donne" di
Silvia Lelli e
Matilde Gagliardo sarà proiettato in anteprima il 10 novembre 2015 alle ore 21:00 presso il Cinema Odeon di Firenze come
evento finale del
Festival Internazionale di Cinema&Donne.
Il documentario tratta di varie forme di violenza agite sulle donne, focalizzandosi sulle forme di violenza meno visibili: quelle strutturali, culturali, domestiche, psicologiche, collegandole al contesto socioculturale attuale. Queste forme di violenza sono 'Invisibili' perché nascoste tra le pareti delle case, e perché si celano nell'omertà culturale, nelle abitudini quotidiane, nella discriminazione di genere come ‘normalità’, tutti elementi che costituiscono il terreno fertile in cui forme di violenza più eclatanti - fisiche, femminicidi - affondano le radici.
Una violenza che la società non vuole vedere, difficile da riconoscere anche per chi la subisce, e difficile da ammettere per chi la compie, costruita in forme sottili, verbali o simboliche, e non per questo meno distruttive della violenza fisica.
La "
Violenza Invisibile" è un argomento 'maltrattato' dai media, nascosto da visioni populiste, sensazionaliste e vittimiste che si occupano solo di episodi isolati di violenza fisica estrema, sfruttandoli come fatti di cronaca, vendendo il sangue che dicono di denunciare.
Il documentario invece, attraverso le storie di donne uscite da percorsi di violenza, operatrici, operatori e uomini maltrattanti, mostra il terreno sociale e culturale, i segnali e i processi che preludono a questi eventi per renderli visibili e riconoscibili prima del manifestarsi di atti estremi.
L'immagine della donna risulta dignitosa, consapevole, capace di rispondere a situazioni drammatiche e trovare vie d'uscita personali, sociali e politiche. Costituisce così uno strumento di formazione socioculturale, di empowerment e di prevenzione, in quanto premette di approfondire la conoscenza di questi processi sociali e personali, di cui fino ad oggi appare difficile parlare anche in contesti educativi e 'protetti'. Adatto ad un pubblico ampio e alla diffusione, anche accompagnata da interventi di specialiste-i in scuole superiori, università ed altri luoghi di sensibilizzazione e formazione.
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Violenza Invisibile" conduce nel labirinto della violenza di genere, tra ‘dati e passioni’ raccolti sul campo, seguendo storie di donne e uomini, psicologhe-i, operatrici e politiche, ed in Laboratori partecipativi sul tema, ospitati presso Associazioni, Scuole, Università.
Violenza Invisibile è uno strumento culturale, formativo e informativo e di prevenzione sociale, che mostra molti aspetti, tuttora poco noti, della violenza di genere, dalla discriminazione all'abuso psicologico, fisico, allo stupro, all’incesto. Mostra come esperienze finora considerate ‘private’, siano in realtà problemi sociali, culturali, economici e politici, quindi 'pubblici'. Un viaggio che passo dopo passo decostruisce i tabù, le paure che impediscono di parlarne, gli aspetti ‘inguardabili e indicibili’, finora nascosti nel silenzio e nell’omertà, rendendo comprensibili, trasparenti e transitabili queste difficoltà.
La durata complessiva è di 2 ore, ma il film è diviso in 4 capitoli (Pensieri Comuni, Donne, Uomini, Politiche e Politiche) ed è quindi fruibile anche in parti separate, adattabile alle diverse occasioni sociali, politiche, culturali, educative, formative, secondo interessi, focus, iniziative, selezionando uno o più aspetti in particolare.
Dal punto di vista cinematografico sono da sottolineare 2 punti principali:
– per la prima volta che donne e uomini parlano così apertamente, in maniera approfondita, in pubblico, di situazioni che ancora oggi la società, le donne stesse, gli uomini, non vogliono vedere, ammettere, anche e soprattutto quando ne sono coinvolti.
– Da qui, oltre al titolo, è partita la sfida documentaristica: è possibile rendere visibile l’invisibile? Quello che la società e, spesso, i protagonisti stessi, non vogliono vedere? Riusciamo a svelarlo attraverso il medium documentario, senza l’ausilio della fiction? Riusciamo a mostrare anche la forza e dignità delle donne coinvolte queste vicende, oltre i cliché e gli stereotipi della rappresentazione mediatica? Queste domande sono ora rivolte al pubblico.
09/10/2015, 19:34
Simone Pinchiorri