VIEW 2015 - Dalla pecora Shaun a "Il libro della vita"
La seconda giornata a Torino di
View Conference inizia con una divertente e coinvolgente chiacchierata con
Richard Starzak, direttore creativo, e
Paul Kewley, produttore di Aardman Animations, che hanno raccontato la storia della serie e del film di "
Shaun Vita da Pecora". La genesi dei personaggi, le origini dello studio con
Wallace e Gromit (da cui Shaun deriva direttamente...) e le difficoltà di far nascere una storia lunga come un film senza usare mai il dialogo, ma solo le dinamiche relazionali e le espressioni facciali. Platea divertita di fronte a scene eliminate, mostrate solo in disegno ("Forse avremmo fatto meglio a lasciarla, vista la vostra reazione!", ha detto Kewley), e gran finale con il trailer in esclusiva del prossimo capitolo, arricchito da tre lama nella fattoria.
Dopo un intervento più tecnico, ma di elevato prestigio, tenuto da
Carlo Ratti sul tema delle "senseable cities", View ha dato spazio ancora all'animazione con
Michael Kurinsky, production designer di Sony Pictures Animation, che ha presentato "
Hotel Transylvania 2".
"La difficoltà iniziale è stata quella di rendere nuovo il mondo del primo film, mantenendo una coerenza con ciò che era già stato mostrato ma aggiungendo molto di "mai visto prima". C'è un matrimonio nel film, e questo mi ha permesso di sperimentare molto, e anche la presenza di un neonato è stata di grande ispirazione. Senza contare la creazione del campo vampiro, e il contrasto tra le atmosfere gotiche europee del mondo dei mostri e quelle grigie e moderne degli Stati Uniti della famiglia umana", ha spiegato Kurinsky, mostrando anche moltissimi schizzi e studi dei diversi ambienti e dei diversi personaggi.
In finale di mattinata, nuovo intervento del regista messicano
Jorge R. Gutierrez, che ha raccontato come "ogni immagine racconti una storia" partendo dalla sua esperienza nel lungometraggio "
Il libro della vita".
"Vengo da Città del Messico, una città caotica con 25 milioni di abitanti. Quando crescevo i miei si sono trasferiti, e siamo andati a Tijuana, che è molto più pericolosa! Lì finisce l'America Latina, e mi ha insegnato molto: è un punto di incontro tra Stati Uniti e Messico, c'è uno scontro di culture unico, bastava attraversare il confine ed era come vivere in due posti allo stesso tempo", ha raccontato.
"Fin dal mio primo corto, "Carmelo", ho cercato di raccontare storie che esprimessero tutto ciò che amo del mio paese, il Messico, dal culto della morte ai colori a tutto quanto era possibile: nonostante i premi vinti con quel corto, nessuno voleva lavorare al progetto che poi è diventato "Il libro della vita". Allora ho iniziato a lavorare a "Stuart Little", anche se ho odiato farlo, dai miei studi poi sono riuscito a completare "El Macho", che è piaciuto moltissimo".
Dopo altri lavori, Gutierrez è stato contattato da Disney: "Le mie cose piacevano, ed è nato "Pepe il toro". Ma volevano fare troppi cambiamenti, e mi sono rifiutato: da quell'esperienza è poi nata la serie "El Tigre" per Nickelodeon, a cui sono molto legato. Dopo varie altre esperienze (mi hanno richiamato da Disney, pentiti, per la serie "Carmen got expelled": ma di nuovo volevano cambiamenti ed è saltato tutto!) è arrivato il momento de "
Il libro della vita"".
Dopo che tutti lo avevano rifiutato, sembrava infatti che ora il progetto piacesse. "Cambiai solo la prima pagina con la data, le pagine dopo erano le stesse di 7 anni prima, ingiallite: le lessero le stesse persone, che stavolta lo trovarono geniale! Ho resistito alle modifiche che anche questa volta volevano fare (ma ho dovuto di nuovo cambiare studio!) e finalmente, dopo anni e tanti sforzi, sono riuscito a farcela. Era il mio primo lungometraggio, è stata dura anche coinvolgere finanziatori, ma ci siamo riusciti e sono orgoglioso del risultato finale".
21/10/2015, 13:25
Carlo Griseri