I film e i documentari delle registe italiane alla 37esima
edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne
E' variegata la proposta di film e documentari delle registe italiane alla 37esima edizione del
Festival Internazionale di Cinema e Donne.
Il social-cinema, che continua ad esplorare nuovi linguaggi e ad inventare luoghi e mondi contigui in cui esprimersi è anche molto italiano. Wilma Labate con le sue provocatorie lezioni di cinema e prostituzione ("
Qualcosa di Noi"), Elisabetta Pandimiglio e Daria Menozzi con la non maternità a più voci ("
Sbagliate"), Antonietta de Lillo a tu per tu con la normale follia della poetessa Alda Merini ("
La pazza della porta accanto") ma anche con il dramma di chi si ritrova senza lavoro, avendo perduto l'unico che amava e sapeva fare ("
Let's go").
E se abborda il tema apparentemente facile de "
Il pranzo di Natale" è per realizzare un film partecipato con una ventina di autori, Susanna Nicchiarelli ci riporta con stupore e ironia al tempo, recentissimo, del matrimonio a vita ("
Per tutta la vita"). Sophie e Anna-Lisa Chiarello ripercorrono le strade e le storie dell'emigrazione in Francia della loro famiglia ("
Ritals, domani me ne vado") in un momento storico in cui le migrazioni sono al centro del dibattito politico e sociale. Martina Amato ritrae la grande Muzzi Loffredo ("
Come il geco con la farfalla") e l'unica commedia, di Alessia Scarso, ("
Italo") narra la storia di un paese della Sicilia che ritrova se stesso attorno a un cane randagio molto speciale. Un cinema della realtà con i tempi lunghi della maternità di Nefeli Sarri ("
Incinta"). Per la prima volta, le esperienze della videoarte e della performance, delle istallazioni, entrano nel cinema delle nostre registe per raccontare il disastro sociale e ambientale nel documentario di Antonella Zito ("
R.P.0129031") e nella finzione La città senza notte di Alessandra Pescetta, che mischia insieme e con begli effetti di profondità, il disastro di Fukushima e una riflessione sulla vita di coppia. Carla Vestroni vola alto come i gabbiani che osserva dalla sua finestra sui cieli di Roma ("
Era di Maggio"); Noemi Pulvirenti, (Sono ancora qui), racconta il terremoto in Emilia nel 2012 e da dove viene la forza di resistenza di una donna.
Questa che si rappresenta qui e che non appare altrove, nonostante il dilagare dei media h.24 è proprio l'Italia di ora, in cui la violenza contro le Donne è ancora una realtà sottotraccia ma dagli effetti devastanti, come spiegano tutte le persone intervistate da Silvia Lelli e Matilde Gagliardo in "
Violenza Invisibile".
03/11/2015, 18:01