TFF33 - "Dustur", l'importanza della reciprocità
Dustur (Costituzione) è un film che tutti dovrebbero vedere. Parla di conoscenza, in tutte le accezioni possibili. Parla di confronto, anche duro ma leale. Parla di occasioni che nella vita si può saper cogliere, oppure no. E tutto ciò - la conoscenza, il confronto, le occasioni colte - in una prospettiva che fa riflettere.
Nella biblioteca del
carcere Dozza di Bologna un gruppo di uomini, prevalentemente musulmani, accompagnati da giuristi e religiosi, anima una serie di incontri sulla Costituzione: le origini, i contenuti di quella italiana, il confronto con alcune arabe, ciò che per ciascuno di loro sarebbe essenziale in una costituzione ideale. Naturalmente le posizioni sono tante e a volte in conflitto, ma è il confronto a evolvere e arrichire.
Si parla di libertà e di propaganda, si accenna a Daesh e Arabia saudita, si discute su donne e conversione. E come un macigno, sulle buone intenzioni di tutti, pesa la frase che è alla base di ogni buona convivenza, ma che sovente soccombe alla prova pratica: "se io voglio una cosa devo saperla dare", ovvero:
reciprocità.
A scongiurare il rischio di arroccamento su un piano puramente intellettuale, il regista
Marco Santarelli biforca la narrazione, scegliendo di seguire - prima parallelamente poi facendo convergere le due storie - anche la vita di Samad, marocchino, ex carcerato in attesa di ricevere il foglio di fine pena, operaio e studente di giurisprudenza. La sua esperienza edificante e le sue parole (che non nascondono nè il passato criminale nè la frustrazione del presente) rendono più tangibile il percorso che la conoscenza (unita alla consapevolezza) può aiutare a seguire, ed è proprio Samid a mettere l'istruzione in cima alle priorità della sua costituzione.
Dustur si chiude al cimitero di Casaglia, dove ebbe luogo uno degli eccidi della seconda guerra mondiale (furono uccise 80 persone accatastate lungo i muri) e dove è sepolto
Giuseppe Dossetti, uno dei padri della Costituzione Italiana. Samad vi sale accompagnato da padre Sant'Ignazio (frate che ha preso parte alle lezioni in carcere e ormai suo amico), che gli rivela: "è questo il luogo dove è nata la nostra Costituzione"; perchè, come molte altre, anche la Costituzione Italiana è una costituzione nata dalla guerra.
23/11/2015, 09:00
Sara Galignano