ANIMELAND - I cartoni tra ricordi e manie
Francesco Chiatante gira un amarcord tra cartoni e fumetti, quelli giapponesi che invasero il nostro paese nella seconda metà degli anni 70 e che, grazie alla proliferazione delle tv private, entrarono nelle nostre case occupando i pomeriggi prima in esclusiva al monoscopio Rai. All'inizio fu la tv pubblica (Goldrake, Heidi...), ma a piccole dosi, quelle adatte all'educazione di una volta. Poi, dopo le locali, arrivarono anche le tv private nazionali che fecero il resto, aggiungendo un tocco di fantasia con le famose sigle e le traduzioni fantasiose e brillanti.
C’è qualcosa di diverso, rispetto ad altri cartoni tipo Disney o Marvel, in queste produzioni giapponesi per la tv e per la carta: c’è il coinvolgimento del pubblico a cui si riferiscono con i personaggi che sono sempre dei ragazzi e che offrono ampio spazio all’identificazione. E poi le storie, con perdenti e marginali che si ritrovano, sempre indipendenti dal mondo degli adulti, a compiere missioni affascinanti ed enormi come salvare il pianeta. Sì, forse sono questi i motivi del successo e della stratificazione nella memoria di una generazione (insieme alle sigle citate in precedenza...). Ma da qui a farne una filosofia di vita, ce ne corre.
In una ricca serie di interviste interessanti, Chiatante affronta la questione attraverso i ricordi di personaggi noti ed esperti del settore, da
Paola Cortellesi, a Valerio Mastandrea, da Caparezza a Fausto Brizzi tutti infatuati dei cartoni giapponesi ed esaltati nel ricordare titoli, canzoni e personaggi ammirati nell’infanzia. Ma forse, più dei cartoni, è il ricordo della giovinezza che accende gli sguardi di chi ha coscienza che quella è una bella stagione che non tornerà mai più. Ma i cartoni ce la stanno rendendo sicuramente più divertente da ricordare.
25/12/2015, 12:20
Stefano Amadio