Note di regia del film TV "Il Sindaco Pescatore"
“
Un Sindaco non deve soltanto pensare allo sviluppo del territorio, dare dei buoni depuratori, dare una buona assistenza scolastica, deve anche pensare alla salute dei cittadini. Noi Amministratori siamo come missionari e lo facciamo con amore perché ci crediamo…”
Angelo Vassallo aveva ben chiaro il concetto di comunità, per questo aveva scelto di dedicare tutta l’esistenza alla sua terra e al suo mare.
L’ha fatto come andava fatto: con il coraggio tipico degli uomini di mare, spiriti liberi per natura.
Durante la preparazione del film ho visto decine e decine di documenti originali, perfino il video appena girato poche ore dopo l’esecuzione. Perché di questo si tratta, non di un semplice omicidio. Tutti i miei collaboratori sanno quanto io detesti il posticcio delle ricostruzioni
scenografiche. Qui, nel rispetto di questo straordinario spirito libero che era Angelo Vassallo, ho voluto fortemente realizzare il film nei luoghi originali, arrivando quasi all’esasperazione della realtà. I set sono quindi autentici, dal peschereccio, il suo, che aveva chiamato ”Internazionale”, alla casa sulla collina dove viveva con Angelina,
Antonio e Giusy e i suoi amati cani. Da lassù, come ben si può vedere nel film, Angelo poteva ammirare tutto il suo paese e soprattutto il mare sconfinato. Quell’ambiente, quella famiglia, i racconti degli amici più cari di Angelo, mi hanno infine suggerito la chiave giusta per raccontare, nonostante tutto, una storia così drammatica: la leggerezza. Perché Angelo Vassallo era così, senza tanti grilli per la testa se non un senso del dovere civico davvero unico, che ha fatto di quel territorio uno straordinario avamposto della legalità. Per questo posso dire con la massima onestà che non abbiamo fatto questo film per commemorare “un eroe” ma perché volevamo che Angelo Vassallo, cinque anni dopo il suo brutale assassinio, tornasse fra noi, così come era abituato a vivere, a muoversi nel suo Cilento. Volevamo ascoltare ancora le sue parole, i suoi racconti di “pescatore”, le sue provocazioni di “sindaco”, i suoi sogni di uomo del sud, le sue sonore risate e perché no, anche le sue incazzature dovute all’intangibile, quanto rara onestà di cittadino e amministratore pubblico. Ad Angelo Vassallo non interessava il potere personale o politico, si batteva invece, quotidianamente, per indicare la strada che ognuno di noi dovrebbe imboccare: quella del rispetto del prossimo, che non si concretizza solo nel non rubare o nel non
ammazzare, ma anche nella consapevolezza e nella dignità dell’agire
per la propria terra e per chi, dopo di noi, la abiterà.
Maurizio Zaccaro